Home Rubriche Outsider Quando cala il buio: Racconti da Stoccolma di Anders Nillson

Quando cala il buio: Racconti da Stoccolma di Anders Nillson

La Svezia è un paese molto affascinante e oggetto d’amore, nonché di tacito desiderio, di molte persone non scandinave (chi scrive è un folle amante della Svezia, tanto da studiarne la lingua e la cultura da autodidatta e da volercisi trasferire). È un paese che riesce a farsi vedere come un paradiso terrestre dal clima freddo, un paese che pare un eroe senza macchia in un’Europa che versa in una situazione non proprio idilliaca. La verità, però, è che nel sottobosco della reale quotidianità cela delle ombre inquietanti e pericolose. Un popolo freddo e distaccato, timido con gli estranei, che può rivelare i propri dèmoni interiori in un ambito privato e personale, nell’intimità della propria casa. Questa è la Svezia che Anders Nillson ha deciso di raccontarci, curando sia la regia che la sceneggiatura, scritta a quattro mani insieme a Joakim Hansson, con questo När mörkret faller, film che, tra l’altro, conferma la scarsa capacità dell’Italia di tradurre i titoli: da un suggestivo “Quando cala il buio” ad un ben più asettico “Racconti da Stoccolma” (dunque mi riferirò a questo film con il titolo originale, per evitare l’abominio italiano).

Il film racconta tre storie di abusi: una giornalista di successo viene maltrattata dal marito che l’ha aiutata a fare carriera, accusandola di non riconoscergli i giusti meriti; una ragazza mediorientale subisce la dittatura familiare dei suoi genitori, che umiliano e allontanano la sorella maggiore, tacciata di essere una poco di buono perché frequenta un ragazzo; il proprietario di un locale vede il proprio addetto alla sicurezza, che prova un particolare sentimento d’affetto per il datore di lavoro, ferito da un membro di una gang, che poi minaccerà entrambi.

Il film parte da presupposti eccellenti. Le storie vengono trattate con crudo realismo, quasi come se fosse un documentario. Nillson riprende l’azione in modo freddo e distaccato, quasi come a dire “ecco, guardate cosa succede: prendete e disgustatevi tutti”. Delle tre storie, quella al maschile è la meno forte e d’impatto e sembra solo un riempitivo per allungare il film di quei 20/30 minuti necessari a rendere l’opera un lungometraggio. Ma le altre due sono il ritratto della cattiveria di un popolo con molte luci ma anche molte ombre. La violenza messa in mostra dal regista svedese è potente e non lascia indifferenti. Non può lasciare indifferenti. Nillson ce la fa vedere con oggettiva crudezza, ci rende partecipi della follia che la mente umana può raggiungere quando è in preda a deliri di superiorità o di possessione, come un padre che costringe la figlia ad attraversare più volte la strada per farsi investire.

La solitudine e la disperazione di una delle protagoniste.

När mörkret faller è un film coraggioso, sulla carta, che parte senza avere alcun pelo sulla lingua. Però, una volta raggiunto il culmine drammatico, manca di compiere quell’ulteriore passo in avanti. Lo spettatore si sente come quando si sale una scala al buio e si pensa che ci sia ancora un gradino, sbagliandosi. Così, chi guarda il film spera che l’opera di Nillson non lo privi di quell’ulteriore gradino che renderebbe questo un film imperdibile. Tuttavia, la coppia Nillson-Hansson si perde in un finale inutilmente edulcorato, che cerca di essere lieto a tutti i costi, mancando di coraggio. Dopo aver raccontato una storia cruda e crudele, muovono un passo indietro, forse temendo di realizzare un film difficile da digerire.

Il cinema svedese, che sul finire dello scorso millennio, si stava lentamente eclissando, grazie a qualche pellicola dei primi anni 2000 è riuscito a farsi notare nuovamente e När mörkret faller, insieme a Dag och natt di Simon Staho e al ritorno dietro la macchina da presa di Roy Andersson, è sicuramente da annoverarsi tra i semi della rinascita della cinematografia svedese. Pur non essendo il miglior prodotto proveniente da questo, nonostante tutto, meraviglioso Paese (per quanto mi riguarda, Låt den rätte komma in, ovvero Lasciami entrare, resta il miglior film svedese del XIX secolo fino ad oggi), När mörkret faller è comunque una visione vivamente consigliata, soprattutto per chi è interessato ad un cinema che analizza la violenza da un punto di vista più “sociale”, più che puramente spettacolare.