Forse a noi occidentali soltanto il simpatico faccione di Tony Jaa, grazie alla perla di menate Ong-Bak, saprà di già visto in Kill Zone 2; e parlo di Ong-Bak con malinconia, visto l’uso quanto meno depotenziato delle sue ginocchiate volanti al cinema (qualcuno ha detto F&F?).
Tony mena quindi come un tempo? Nope. E’ ancora capace di regalare emozioni?
Assolutamente si!!
Kill Zone 2 è chiaramente un’opera ad alto budget e pretese; non siamo di fronti ad un DTV doppiato alla meglio, ma a un film drammatico, con una trama articolata che scomoda temi come il traffico d’organi, la malattia, la droga, con personaggi approfonditi che soffrono, si intrecciano e a loro modo cercano di fare la cosa giusta, tra uno sbaglio e l’altro. Anche il villain di turno e i suoi colleghi hanno fascino e più sfaccettature (tranne il l’arrotino sordo: quello toglie la vita e basta).
Non tutto è stupendo, tuttavia: ci sono i sentimenti e la retorica sottolineati con l’evidenziatore grande, insieme a un’estetica che sacrifica il realismo in virtù della coreografia acrobatica più spinta; su questo ci si può anche passar sopra, se permette di ottenere alcuni dei combattimenti più adrenalinici degli ultimo anni (almeno da questo lato del mondo).
Senza perdono la CGI invece, davvero di bassa lega; ma è solo un neo in un film action davvero godibile.