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Bojack Horseman – Non solo una serie (5a stagione)

Bojack è tornato.

Ho aspettato tanto questo momento ed ora vorrei solo tornare indietro e riguardare quest’ultima stagione per la prima volta.

Il tema della stagione è la ricerca di una nuova identità. Ognuno dei personaggi passa attraverso un momento di riconsiderazione di sé, un costante rimuginare sulla propria vita, e la conclusione è il forte senso di insicurezza che pervade tutti i personaggi.

Philbert

Inizio con il botto fin dalla prima puntata in cui vediamo Bojack filmare il pilot della serie che gli era stata proposta di Princess Carolyn alla fine della quarta stagione.
Philbert è un detective da un passato misterioso e ambiguo che, si trova alle prese con situazioni difficili probabilmente causate da lui stesso.
Non assomiglia a qualcuno? Già.
Nella prima ventina di battute, Bojack vuole chiedere chiarimenti al regista, Flip, sul personaggio che deve interpretare, e così durante tutta la stagione, incomprensioni che nascondono la verità: Philbert è il riflesso di Bojack, forse più oscuro e colpevole.
In The Showstopper (5×11), i due ruoli si mischiano, fino a confondersi nell’illusione e a perdersi nella realtà (un capolavoro).

Empatia

And I’m trying to hold on to my past
It’s been so long
I don’t think I’m gonna last

-Back in the 90’s- 

Todd, Mr.Peanutbutter, Princess Carolyn e Diane vengono approfonditi come non mai e la tecnica utilizzata nella descrizione ci fa provare tutte le emozioni che provano i personaggi nel tornare indietro e nel guardarsi dentro, per scoprire cosa li ha portati a essere ciò che sono.
In Head in the Clouds vediamo un confronto tra Bojack e Diane, in cui vengono citate e sollevate tutte le questioni irrisolte delle ultime 4 stagioni e di una registrazione misteriosa, che porta a galla tutti i sensi di colpa del nostro protagonista.

Lo spettatore si sente, di conseguenza, perso, e nel ricordare i momenti in cui Bojack ha deluso se stesso prova compassione, anzi empatia.
Raphael Bob-Waksberg riesce a trasportarci completamente, ed è questo che differenzia Bojack a qualsiasi altra serie: il trasporto emotivo è sempre più forte.
Man mano che conosciamo i passati dei vari personaggi, siamo colti da un senso di forte appartenenza e niente è più vero che il senso di vuoto che coglie lo spettatore alla fine di ogni puntata.

Attualità

Questa stagione che fa anche da sfondo ad una critica fine ma risonante al sistema di Hollywood e a tutti quegli scandali sessuali e non, che hanno caratterizzato questo 2018. Partendo dal movimento #MeToo che viene approfondito, e analizzato prendendo i considerazione tutte le possibilità del caso, che possono essere condivise o meno dal pubblico.
In breve questa stagione è completamente a sfavore di tutti i comportamenti autodistruttivi, i quali sono i evidenziati lungo tutti gli episodi, fino all’ultimo, in cui la serie Philbert ci rimette a causa del suo produttore, frase già sentita? Già.

La quinta stagione è stata forse la più drammaticamente reale, e forse ci stiamo rendendo conto che non è più solo una serie animata, ma uno specchio della realtà, che ci fa paura e ci tiene incollati allo schermo.

 

Articolo a cura di Federica Gandolfo