La storia di Bleed è basata sulla rocambolesca vita di Vinny Pazienza, pugile americano di origini italiane passato alla storia del pugilato per il suo trionfale quanto improbabile (il tipico against all odds) ritorno sul ring dopo un incidente quasi mortale.
E qui è importante far presente che sì, parliamo di un film, non è la vita vera; il cinema esagera, amplifica e fa uso di retorica. Ma Vinny Pazienza, quello vero, si ruppe il collo e tornò a combattere dopo 13 mesi. True story. Non male per un uomo il cui solo tornare a camminare sarebbe stato tutt’altro che scontato.
Il twist, in Bleed, è che la solita storia dell’ underdog che impara la via della vittoria dall’allenatore/mentore si esaurisce nei primi 40 minuti di film; solo allora comincia la vera discesa, la folle rimonta, contro ogni parere medico e di buonsenso. Solo una cosa è più soprendente della vita di Pazienza: che ancora non ne avessero fatto un film. Detto, fatto.
la vera discesa, la folle rimonta, contro ogni parere medico e di buonsenso
Bleed for this è un film girato con tutti i crismi, e un cast davvero impegnato, tra cui ovviamente spiccano Milles Teller a Aaron Eckart davvero trasformati per la parte – il secondo sulle prime è irriconoscibile -; ma è l’incredibile morte e rinascita di Pazienza a dare ragion d’essere a questa pellicola, altrimenti tra le tante opere cinematografiche a tema pugilato.