Dopo aver visto un video che mostra tutto ciò che crede sulla sua sorella scomparsa Heather, James va con i suoi amici nella foresta abitata dalla strega di Blair.
Nel 1999 usciva il leggendario “The Blair Witch Project“, un horror che ha segnato un’epoca, capostipite incontrastato del mockumentary horror (falso documentario). Dopo ben diciassette anni, e un inguardabile sequel nel 2000 dal titolo “Il libro delle streghe – Blair Witch 2“, esce oggi “Blair Witch” come proseguimento diretto del primo capitolo.
Uno dei fattori più interessanti di questo ritorno della strega di Blair è l’utilizzo della tecnologia. Se anni fa i protagonisti avevano solo una semplice telecamera, in questo troviamo droni, videocamere auricolari e altro, favorendo la visione della storia da più punti di vista.
Convincente, quindi, la regia e fantastico il montaggio, il quale ci fa passare da un punto di vista all’altro rendendo il tutto più dinamico nella sua staticità. La tensione va sempre a crescere e le vicende catturano lo spettatore. L’ultima mezz’ora risulta quasi insostenibile tra una sventura e l’altra.
La storia non è articolata, ma non deve esserlo in un mockumentary visto che deve essere il più realistico possibile, e segue le regole del genere non osando, risultando prevedibile.
“Blair Witch“, però, anche se lontano dall’essere un capolavoro e un film epocale, fa benissimo il suo lavoro. La tensione è palpabile ed è intrigante, ci sono jumpscares e certe scene rimangono impresse e sono una goduria per gli amanti del genere. Promosso!