Home Rubriche Outsider Bella storia Claude: “Nella casa” – (2012)

Bella storia Claude: “Nella casa” – (2012)

“Ti sta manipolando, volevi insegnargli la letteratura ma è lui che ti da lezioni”.

Siamo in Francia nel liceo “Flaubert”. Li insegna letteratura il cinquantenne professor Germaine, un buon insegnante frustrato però da come la cultura venga così poco considerata dai suoi alunni e dalla mai esplosa carriera di scrittore che avrebbe sempre sognato.
Un giorno correggendo, o meglio constatando la pessima inclinazione dei suoi allievi alla scrittura, trova tra i vari temi quello del sedicenne Claude Garcia che sembra aver svolto il compito che lui stesso aveva assegnato alla perfezione : raccontare in un testo scritto come lo studente avesse passato il week end. Niente di strano, se non la parola con cui il lavoro termina : “continua…..” .
Il rapporto tra Claude ed il suo professore da quel momento cambia e si fa sempre più intrecciato in quanto il primo è spinto, viste le sue grandi doti di scrittore, dal secondo a continuare il resto della storia, in cui Claude descrive la famiglia del suo compagno di scuola Rapha Artole, composta dal ragazzo ed i suoi genitori, Rapha padre e la sensuale ed apparentemente insoddisfatta signora Esther (Emmanuelle Seigner).

01 Nella casa

L’alunno comincia a consegnare settimana dopo settimana i suoi racconti al professor Germaine di quello che succede “nella casa” della famiglia Artole, suscitando la sempre più crescente curiosità nell’insegnante, fino a che il tutto non comincia a prendere una strana piega.
Il film di Francois OzonNella casa” comincia così, come una semplice dark comedy in cui uno studente descrivendo sotto forma di racconto le vicissitudini della famiglia di un suo compagno di classe invoglia il suo professore di letteratura nel lavorare più approfonditamente sulle sue doti di scrittura.
Ma quello che fa del film del regista francese uno dei migliori lungometraggi dell’annata 2012 è certamente il come Ozon da un semplice fatto costruisca poi un thriller psicologico che tiene lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine, coinvolgendolo pienamente nella storia in alcuni momenti e burlandosene in altri.
Si perchè come il professore Germaine (Fabrice Luchini) e sua moglie Jeanne (Kristin Scott Thomas) vengono incuriositi dalle storie ad episodi scritte da Claude sulla famiglia Artole, anche noi spettatori diventiamo estremamente curiosi per una storia in cui inizialmente realtà e finzione sono due mondi ben separati, salvo poi fondersi nel continuo del film, facendoci dubitare fino alla fine di cosa sia realmente il vero; scelta pienamente azzeccata e riuscita.

02 Nella casa

Durante il film infatti quando sembra che si arrivi ad una sorta di prevedibilità tutto viene continuamente rimesso in discussione ed il puzzle viene nuovamente distrutto per dover poi essere ricomposto.
Nulla vi diciamo sul finale, solo che rappresenta il coerente ed esatto termine di una grande storia.
Inoltre il lungometraggio ha il più generale messaggio della capacità dello scrittore di manipolare il narratore, cosa che per esempio accade anche tra editore ed autore o tra produttore e regista.
Ozon riesce al meglio anche in questa sua scelta, aiutato anche dalle ottime interpretazioni di Fabrice Luchini, Kristin Scott Thomas ed il sorprendente Ernst Umhauer, vincitore del  Premio Lumière come miglior promessa maschile.
Liberamente adattato dalla pièce teatrale “El chico de la ultima fila” di Juan Mayorga, “Nella casa” è un film coinvolgente dal primo all’ultimo minuto, che mai annoia lo spettatore e che è un omaggio alla scrittura e agli scrittori, ed alla loro abilità di saper coinvolger e manipolare i lettori a loro piacimento, così come il regista Ozon fa con lo spettatore.
Un film assolutamente da non perdere ed un regista da tenere a mente per il futuro.

CONTINUA.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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