Un anno fa vi abbiamo parlato di Banshee, serie immeritatamente meno famosa di altre, capace di crescere di stagione in stagione. Siamo quindi giunti all’ultima Season, avrà chiuso col botto?
Spoiler: ni. Purtroppo ci troviamo di fronte a una stagione dai tempi mozzati (8 episodi contro i classici 10), ma paradossalmente non sono mancati inutili digressioni e spunti interessanti persi per strada.
Il calderone multi-villain a cui Banshee ci ha abituato non è cerot mancato: abbiamo infatti i fratelli Bunker (l’amorevole poliziotto redento vs il Nazi-fasci tutto pazzo); L’amichevole Kingpin di quartiere, il Proctor a cui ormai non si può volere male e che nel frattempo ha fatto carriera in politica; c’è la new entry del satanista, a cui sin da subito sembra legata una morte eccellente della serie…
Senza dimenticare la scomparsa di Job! ricordate come lo avevamo lasciato?
L’ex sceriffo ‘Hood’ è rimasto decisamente preso a male per la scomparsa del suo amico, dandolo oramai per morto.
Cosa non funziona in questa stagione? molto semplicemente, troppa carne al fuoco in così poco tempo; Lo stile quasi giallo dei primi episodi, spinto con i flashback di Rebecca è una variazione interessante ma che viene persa per strada; diversi personaggi vengono appena abboazzati, gettando qualche dubbio sull’effettiva utilità di presentarli da principio -vedi la poliziotta badass, o il presunto capo supremo dei nazifasci..-; tutta la faccenda stessa dei satanisti esplode e si risolve in un arco davvero breve, lasciando ben poco, a differenza degli storici nemici di Hood.
Eppure.
Eppure, Brock è semplicemente magnifico come nuovo sceriffo della città, regalando delle perle di dialogo e qualche divertente siparietto con Bunker; Lo sviluppo psicologico dei nostri beniamini è decisamente sull’acceleratore, con il Job post-rapimento e Hood dai nervi a pezzi, ben lontani dai maschi alfa delle scorse avventure (almeno per parte della stagione).
E cosa dire del finale, che fa contenti davvero tutti, riservando anche a chi obiettivamente buono non è un’uscita di scena coi fiocchi.
Molto bene: dopo quattro anni saluti quasi con affetto i personaggi, che escono di scena da gran fighi come si sono presentati; l’evoluzione di una serie che ha alzato il tiro dal porno-action dei primi episodi
Meno bene: fa incazzare pensare a cosa poteva essere lo scontro della famiglia Bunker; la side story di Job sprecata, quella satanista abbastanza inutile.