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Baby Driver – la recensione (2017)

Baby è un giovane pilota costretto dalle circostanze a prestare il suo talento alla malavita. Preleva le gang criminali dopo una rapina, e le porta a destinazione senza intoppi e senza sporcarsi le mani. E’ il migliore in quello che fa. Tutto fila liscio, fino a quando l’amore non si mette di mezzo.

Baby Driver – il Genio della Fuga è scritto e diretto da Edgar Wright Hot fuzz, Scott Pilgrim vs the world) e distribuito della Warner Bros.

Lo abbiamo visto in anteprima ed ecco a voi le nostre impressioni.

Dopo mesi e mesi di prequel, sequel, reboot e remake, Hollywood porta al cinema un film fresco e originale. La storia di partenza è semplice e può sembrare all’apparenza scontata ma, grazie alle trovate registiche e alla scrittura sopraffina dei personaggi, dopo 15/20 minuti capiamo che non è il solito action movie.

Cominciamo proprio dalla regia. Edgar Wright si conferma regista di talento sfornando una direzione impeccabile. Passa con nonchalance dalle sparatorie, agli inseguimenti, alle scene comedy senza mai abbassare il livello. Lo spettatore ha sempre chiaro, anche nei momenti più concitati, cosa sta accadendo sullo schermo. La regia è supportata da un montaggio veramente ben fatto.

Ma se non vi basta il lato puramente tecnico ecco l’idea che rende vincente Baby Driver: il ruolo della musica.

Per tutti i 115 minuti della pellicola la musica sarà l’assoluta protagonista. Baby, oltre ad avere una fornitura infinita di occhiali da sole, ascolta costantemente e interrottamente canzoni dai suoi molteplici ipod. Questa sua “ossessione” fa da filo conduttore, oltre ad avere un ruolo ben preciso nella trama, per l’interazione tra lui e gli altri personaggi. Musica e narrazione si fondono in un’esperienza assolutamente indimenticabile.

Soundtrack da applausi scroscianti. Ogni singola canzone ha un suo significato all’interno del film. Si va da Brighton Rock dei Queen a Never Gonna Give You Up di Barry White. Lascio a voi il piacere di scoprire e ascoltare i restanti brani.

Passiamo ad analizzare il monumentale cast di Baby Driver.

Ansel Elgot interpreta Baby, ragazzo bordeline che per circostanze più grandi di lui si ritrova in un mare di guai. Elgot regala una prova attoriale granitica. Racconta con poche parole e moltissima fisicità i disagi del giovane protagonista. Probabile consacrazione per l’attore dopo la funesta trilogia di Divergent.

Nei panni di Debbie, protagonista femminile del film, troviamo Lily James (Ella nel live action disney Cenerentola). E’ forse una delle poche cose negative del film. La James non recita male ma è stucchevole e molto irritante il personaggio. Le scene dove compaiono insieme Debbie e Baby spezzano troppo il ritmo e sono, francamente, noiose.

Ma due attori rubano la scena a tutti gli altri: Jamie Foxx e, a sorpresa, Jon Hamm.

Jamie Foxx interpreta Pazzo (nome omen), la mina vagante del team. Cinico, spietato e con la battuta al vetriolo sempre in canna, verrà amato e ricordato per molto tempo dagli spettatori. Ennesima dimostrazione che Foxx è un grande attore.

La sorpresa più grande arriva da Jon Hamm (Don Draper in Mad Men) che qui interpreta BuddyPersonaggio dallo sviluppo vertiginoso, con un background importante, che stupirà il pubblico. Purtroppo non si può dire di più senza cadere nello spoiler. 

Concludiamo la carrellata di attori con Kevin Spacey, il Doc, mente criminale in giacca e cravatta. Stranamente mono espressivo (probabilmente dovuto dalla sceneggiatura), il personaggio attrae fino a quando non viene totalmente snaturato con una forzatura di trama. Un difetto che, durante la visione, mi ha provocato un certo fastidio.

Da riportare anche un cameo simpatico per Flea storico bassista dei Red Hot Chili Peppers.

In conclusione Baby Driver merita i nostri soldi?

Assolutamente SI

Baby Driver è intrattenimento puro, ha una regia ispirata, un cast grandioso e tanta buona musica. Una ventata di aria fresca in un contesto cinematografico attuale stagnante e privo di idee.

      

  

VOTI FINALI
4.5
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Amante da sempre di cinema e cresciuto nel buio e nella quiete dellʼunica sala cinematografica del paese, vivo lʼapprodo su JAMovie come un regalo, tardivo, da parte del Dio del cinema per tutti i giorni spesi a smontare, pezzo per pezzo, film osannati da tutti (chiedere ad Avatar per informazioni). Curioso su tutto ciò che riguarda lʼintrattenimento e grande appassionato di comics e manga, non ho un categoria cinematografica preferita ma amo particolarmente i film cult, lʼanimazione e la commedia trash italiana. Ultimo grande amore? Netflix!