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Army of the Dead, chiassoso è bello – La recensione

A seguito di un’epidemia di zombi a Las Vegas, un gruppo di mercenari accetta la scommessa di avventurarsi nella zona di quarantena per portare a termine la più grande rapina mai tentata.

E’ uscito il 21 Maggio su Netflix Army of the Dead, l’attesissimo nuovo film di Zack Snyder che torna allo zombie movie ben diciassette anni dopo il suo L’alba dei morti viventi. Se a quel tempo era un autore in cerca del proprio marchio, qui vediamo un artista ben definito con la sua cifra stilistica che divide, sempre.

Adrenalinico, chiassoso, violento, Army of the Dead è intrattenimento allo stato puro.

Sicuramente il progetto meno ambizioso di Snyder dove non si perde a filosofeggiare e a psicanalizzare i personaggi come successo nei suoi lavori passati. Curioso  che questo kolossal dello zombie movie sia uscito qualche mese dopo il suo magnifico Justice League così tanto richiesto dai fan. Due lavori diametralmente opposti, uniti dallo stile inconfondibile del regista. Qui troviamo puro divertimento, come se si assistesse a un film di Michael Bay esteticamente più affascinante e meno pacchiano anche se c’è overdose di testosterone.

Dave Bautista è Scott Ward

Anche nel suo essere superficiale troviamo un interessante commistione di tematiche, dagli alieni alla mitologia col mito di Medusa. Army of the Dead non è mai strafottente, borioso, ma è divertimento realizzato in maniera eccellente. Non il classico zombie movie, ma più un action movie con i morti viventi. Il film non annoia, scorre meravigliosamente e ci regala dei bei momenti cult, dalle uccisioni fino alla tigre zombie, ma anche degli scult come l’incidente durante il prologo.

Non manca la storyline sul rapporto padre e figlia, ancora più toccante visto che Snyder ha perso la sua Autumn, morta suicida nel 2017. Anche se non manca qualche cliché quasi d’obbligo visto il genere, non si ha la sensazione del già visto. Sì, il pubblico quando conosce la gang sa già chi morirà e chi sopravvivrà, non ci vuole un genio.

Army of the Dead non è un film inaspettato. E’ cinema chiassoso da maschio alpha che ti aspetti da Zack Snyder e lo fa irresistibilmente bene.

Funziona il cast multirazziale capitanato da un perfetto Dave Bautista che non sbaglia un film. Il suo Scott Ward è un eroe impavido, granitico, un leader da invidia. Molto brava Ella Purnell nei panni di sua figlia Kate. La giovane attrice inglese unisce al suo talento un carisma che lascia il segno in ogni parte che interpreta, dal capolavoro Non lasciarmi di Mark Romanek a Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali di Tim Burton. Degni di nota Garret Dillahunt (Martin), Ana de la Reguera (Maria), Matthias Schweighofer (Dieter) nei panni dell’immancabile comic relief della situazione, spesso però a rischio dell’insopportazione.

Morti viventi all’attacco
Se si cerca una visione da cervello spento, Army of the Dead è la scelta perfetta: azione, violenza, sangue, esplosione e un po’ di dramma, che non fa mai male.

A fine visione ti viene voglia di sapere più di questo universo cinematografico che, speriamo, abbia altri capitoli visti gli indizi – e dettagli – che vengono messi di qua e di là che hanno provocato un sacco di teorie interessanti e avvincenti. Chi avrà ragione? Sarà il futuro a svelarcelo. Nel frattempo, ottima la prima.