Home Rubriche Horror Antologia dell’orrore al quadrato: “V/H/S 2” – (2013)

Antologia dell’orrore al quadrato: “V/H/S 2” – (2013)

“Più interagisci con loro, più riusciranno a toccarti” (Clarissa in “Clinical Trials”)

Dopo il primo esperimento per creare un antologia horror che facesse un po’ il punto della situazione sul genere del mockumentary e sulla tecnica del found footage, ecco che Brad Miska ( fondatore e direttore del portale Bloody Disgusting) ci ha riprovato ancora : un altro team di registi, tutto nuovo ad eccezione di Adam Wingard, altre storie, (una cornice a legare il tutto e non più cinque ma quattro storie), nuovi strumenti di ripresa (questa volta passiamo da occhi bionici, Go-Pro e telecamerina ancorata alla testa di un povero cagnolino, evitabile forse).
Le vicende raccontate hanno ben poco di originale, quello che è spinto però davvero in la è appunto la tecnica di ripresa, giusta e convincente a volte, troppo esagerata e senza senso nell’ultimo episodio, quello appunto del cane.
Ma prima di fare una considerazione finale su questo film passiamo in rassegna i vari episodi:

CORNICE : “Tape 49” di Simon Barrett

Ancora una volta è l’episodio che lega insieme gli altri, e dobbiamo dire che a differenza del suo predecessore nel primo film, ovvero “Tape 56” è più sensato ed interagisce meglio con le altre storie, collegandosi a volte anche insieme ad esse. Larry e Ayesha sono due investigatori privati. Devono ritrovare un ragazzo scomparso. Guarda caso finiscono in una casa abbandonata, piena zeppa di V/H/S e con un computer in cui sono caricati i video della persona scomparsa, che ancora guarda caso parla di alcune videocassette da cui il giovane era ossessionato. Mentre Larry controlla meglio la casa, alquanto fatiscente, Ayesha comincia a visionare il materiale, e anche se sembra esserlo, non è l’unica spettatrice.
L’episodio questa volta è migliore della cornice del primo “V/H/S” ed inoltre si collega con esso, (uno dei video che Ayesha trova è quello in cui una gang denuda una ragazza in un parcheggio, facendo quindi capire che il ragazzo scomparso faceva parte della gang del primo film). Un’altro elemento che fa di questa cornice un prodotto migliore di “Tape 56” è soprattutto il finale, forse l’unico a non essere scontato tra gli episodi di “V/H/S 2”.

EPISODIO 1 : “Phase I Clinical Trials” di Adam Wingard

Questo è l’unico regista del primo film ad essere di nuovo presente. La storia è quella di un giovane che dopo un incidente si fa impiantare un occhio bionico, che registrerà tutto ciò che vede ventiquattro ore su ventiquattro, in quanto dovrà fornire più dati possibili all’azienda che lo ha creato che deve risolvere qualche diciamo……”difetto di fabbrica”. In effetti ad un occhio artificiale non dovrebbe sfuggire niente, dovrebbe mostrarci tutto quello che possiamo vedere…..e molto di più. Anche se quel di più a volte, ed in questo caso, preferiremmo non vederlo, come comprenderà anche la giovane cavia protagonista dell’episodio.
Forse questa è la storia meno originale, che meno coinvolge il pubblico, e che sta pìù dentro i classici canoni di una storia horror. Cucchiaio di legno per te Adam.

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EPISODIO 2 : A Ride in the Park di Gregg Hale ed Eduardo Sanchez

Qui non siamo ad un livello così superiore rispetto a “Clinical Trials” , però i due registi utilizzano una go-Pro ed un punto di vista alternativo per salvare il tutto. Un ciclista in una bella mattina di sole, incontra dei simpatici zombie, viene ovviamente morso, e da qui parte il più classico episodio di zombie. Solo che questa volta tutto è visto dalla loro prospettiva. Grazie infatti alla Go-Pro che lo sventurato aveva in testa vediamo il ciclo di vita di questi “non-morti”, che parte dalle prime sofferenze, continua con cascate di vomito, momento di stand by pre-trasformazione, la resurrezione e la voglia di carne umana, fino al particolare finale.
Ma non si grida al capolavoro, Rick Grimes e i suoi zombie di “Walking Dead” possono dormire sonni tranquilli.

EPISODIO 3 : “Safe Haven” di Timo Tjahjanto e Gareth Huw Evans

Questo da solo vale il film. E’ di gran lunga l’episodio migliore di tutto “V/H/S 2”, almeno 2 spanne sopra gli altri, anche per il fatto che uno dei due registi è stato colui che ha diretto il cult “The Raid – Redemption”, uno stupendo action indonesiano.
Dei registi entrano nel magico mondo di una setta per intervistarne il Guru. E già dalle prime inquadrature, e dall’ambiente che si trovano davanti, non è difficile capire che per loro, l’Apocalisse arriverà molto presto.
Sin dall’inizio la tensione di questo episodio è alta, e l’elemento spirituale di una fine e di un qualcuno che sta arrivando tiene lo spettatore incollato davanti allo schermo. E dopo i minuti iniziali in cui c’è quiete ma si sente la tempesta arrivare, si arriva ad una seconda parte di episodio dal ritmo molto veloce e molto avvincente, che non lascia lo spettatore per nulla indifferente. L’inferno sulla Terra.

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EPISODIO 4 : “Slumber Party Alien Abduction” di Jason Eisener

A chiudere il film c’è un episodio psichedelico che il regista Eisener gira con tutto un gioco di luci e suoni mettendo al centro della storia un classico rapimento alieno e avvicinando lo stile della sua storia a quelle del primo “V/H/S” in cui l’alta risoluzione delle riprese va a farsi benedire mostrandoci invece tutti i loro limiti. Il tutto fa di questa vicenda un qualcosa di caotico ed un po’ confuso, la tensione è comunque presente, ed i cari alieni avvisano sempre il loro arrivo con un simpatico suono che ricorda molto quello di un TIR che in autostrada vuole in maniera poco gentile chiederti di lasciarlo passare.
Sicuramente dopo la curiosità che il primo “V/H/S” aveva portato o poteva aver portato, questo sequel non aumenta di certo il livello, però grazie ad una cornice migliore e pi collegata alle altre storie, e grazie ad un episodio che da solo vale il classico “prezzo del biglietto”, questo “V/H/S 2” si aggiudica se non altro il merito di guidarci e convogliarci tutti verso la prossima recensione. Si, perchè settimana prossima, V/H/S …..goes …..VIRAL!

 

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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