Veronica Henley si trova intrappolata in una terrificante realtà e deve scoprire come fuggire prima che sia troppo tardi.
E’ uscito direttamente su Amazon Prime Video dopo una posticipazione dovuta alla pandemia “Antebellum”, un thriller psicologico incrociato con un dramma storico molto atteso visto che è prodotto dagli stessi di Scappa – Get Out e Noi di Jordan Peele.
Si nota subito l’influenza di Peele in Antebellum, peccato che il film non abbia lo stesso mordente. Qui si vuole urlare a grande voce, ma alla fine esce solo un sussurro.
Un vero peccato perché la regia di Gerard Bush e Christopher Renz è interessante, specialmente all’inizio con un fantastico piano sequenza. C’è un’ottima cura per i dettagli con una notevole attenzione per la ricostruzione storica con dei bellissimi costumi. E’ tutto molto bello e interessante, peccato non si scavi a fondo.
Se si vuole denunciare una certa situazione non così tanto cambiata nel corso dei secoli si deve pure scavare a fondo, lasciare il segno, sviluppare la questione. Invece “Antebellum” lancia il sasso, nasconde la mano e non ritrova più lo stesso sasso.
Un vero peccato perché lo scheletro della storia è bello, il film scorre ed è tutto tranne che brutto. Però inizia alla grande, spiazza lo spettatore con un bel plot twist e dopo quello non offre molto altro se non simbolismi, metafore e una denuncia sociale che restano fine a sé stessi. Non vengono approfonditi i personaggi, spesso stereotipati, compresa la protagonista.
Se uno si gode “Antebellum” senza farsi tante domande sicuramente ne verrà conquistato, ma se ci si ferma a riflettere certe domande non troveranno risposta.
Un problema che si trova spesso nei film ambiziosi perché si vuole sparare in alto e una bellissima idea di base deve essere accompagnata da un corpo sostanzioso che arrivi al nocciolo. Tutto questo molto spesso non avviene. Questo film, in particolare, sembra dosare male i suoi tre atti, specialmente quello ambientato in epoca contemporanea.
Questo è l’unico grande problema di “Antebellum” perché non ha molti altri difetti. Janelle Monae dimostra di essere una brava attrice e la sua performance è decisamente apprezzabile, mentre Jena Malone, Jack Huston e la candidata agli Oscar Gabourey Sidibe sono ottimi comprimari. Il resto è tutto bello, ma per quello che vuole raccontare il film non basta. Non convince pienamente né come thriller e né come denuncia sociale visto che non aggiunge niente di nuovo al panorama cinematografico.
Concludendo, la visione intrattiene e non annoia, è interessante ma purtroppo è come ammirare un meraviglioso palazzo senza pareti. Affascinante, accattivante ma incompleto.