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Anna, l’imbarazzo è palese – La recensione

Anna è una ragazza russa condannata a una vita miserabile. Un giorno viene notata da Alex Tchenkov, un agente del KGB che le offre una via d’uscita diventando una loro killer. Si renderà conto troppo tardi che non è così facile uscire da questo Mondo di uccisioni e violenza.

Uscito nelle sale americane nel Giugno 2019, approda questo 4 Febbraio in Italia su Amazon Prime Video come anteprima esclusiva Anna, ultima fatica dell’amato – più dal pubblico che dalla critica – Luc Besson. Un action imbarazzante, senza dubbio.

Besson ci propina l’ennesimo Nikita e gli riesce sempre peggio tra scene inutili e cringe, errori imperdonabili e fastidiosi salti temporali.

Il prologo è interessante, cattura l’attenzione, ma poi inizi a notare errori di sciatteria come cellulari, bancomat e laptop a fine degli anni 80. Se erano così indispensabili questi dispositivi per la storia perché non ambientarla ai giorni nostri? L’ennesimo action con la malavita russa che non si può non ambientare durante la guerra fredda. Avanguardia pura.

Sasha Luss è Anna

Poi iniziano continui salti nella storia, per quasi due ore di film, che stordiscono lo spettatore al punto di costringerlo a prendere nota per capirci qualcosa: cinque anni prima, tre anni dopo, tre mesi prima, due settimane dopo e via dicendo. Spesso questi flashback servono anche a poco visto che va a svelare un colpo di scena che già il pubblico attento si aspettava da tempo. I personaggi sono vuoti, non offrono nulla se non bellezza e violenza.

Il grande problema è una sceneggiatura senza guizzi, stanca, infiocchettata di cliché e di situazioni che lasciano il tempo che trovano.

Anna è un film che vuole essere cool nel mondo della moda, ma niente viene approfondito, tutto risulta inutile a fine narrativo. Il climax, poi, di questa parte fashion sfocia nel cringe con un pestaggio di un fotografo irrispettoso dove la donna gli chiede di sorridere. Tenta a essere femminista, ma niente da fare. Il risultato è quasi l’esatto opposto: la protagonista, poi, non viene approfondita e sembra faccia azioni senza cognizione di causa. A partire dal fatto che si taglia le vene – per poi cambiare idea – si addestra e si stanca subito del suo lavoro. E’ fidanzata con una donna, ma è innamorata? Perché appena non è con lei la tradisce – in maniera completamente gratuita – con tutti gli uomini che incontra?

L’omosessualità, quindi, viene inserita a forza e ne esce un ritratto quasi da ignorante, come se uno fosse gay per copertura, dove il partner è destinato a portare un cesto di corna passando da vittima in silenzio. Altrimenti perché mostrare scene di sesso piene di passione con i personaggi maschili principali e omettere quelle con la propria compagna? Quindi in Anna tutto viene messo nel calderone, senza senso e approfondimento. Tutto questo per sopperire a una trama poco originale e ancor meno ispirata che presenta continui colpi di scena che stordiscono invece di sorprendere.

Helen Mirren, Sasha Luss e Luke Evans

Delle scene sono involontariamente comiche, come il flashback della morte dei genitori della protagonista, o come quando prende una semplice forchetta e la usa come coltello affilatissimo. La realizzazione del film è buona, non c’è dubbio, ma il grande problema sta a monte.

Poche cose hanno senso in Anna e il cast fa di tutto per uscirne vincitore.

Se Sasha Luss è l’ennesima bellissima attrice senz’anima, Luke Evans – attore che sembra abbia la calamita per progetti discutibili – si impegna a uscirne nel miglior modo possibile offrendo una buona performance anche se il personaggio non sa né di carne né di pesce. Cillian Murphy è un talento completamente sprecato ed è incredibile come Helen Mirren sia sempre meravigliosa in ogni lavoro a cui prende parte, lasciando intatta la sua dignità attoriale e artistica. Magnifica!

Dispiace vedere Besson completamente privo di idee e di gusto cinematografico, dopo cult come Il quinto elemento, Leon e Nikita. Un film che poteva essere cult, o almeno guilty pleasure, con una sceneggiatura dignitosa e un pelo approfondita. Perché se tu presenti delle situazioni devi giustificarle e approfondirle, altrimenti non hanno senso ed è meglio puntare sulla semplicità.

Anna è totalmente evitabile, una perdita di tempo visto che si concentra solo sulla bellezza della protagonista. Per un action senza pretese c’è sempre Ava su Netflix con Jessica Chastain, Colin Farrell e John Malkovich. Decisamente imperfetto, ma almeno godibile e più riuscito.