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ALIENWEEN di Federico Sfascia

Dei bizzarri ed aggressivi mostriciattoli alieni arrivano sulla Terra “in groppa” ad una serie di meteoriti proprio la sera di Halloween, rovinando letteralmente la festa ad un gruppo di giovani…

Federico Sfascia è, a parere di chi scrive, il più talentuoso tra i registi indipendenti italiani degli ultimi 10 anni. E, mi si conceda di sottolineare, anche il più umile. Umiltà che sappiamo essere merce rara nell’ambiente del quale fa parte. “Alienween” ha avuto un bel po’ di difficoltà produttive. Per il regista è stato un vero parto portarlo a termine. Il budget, come per lo splendido “I rec U”, si è rivelato quasi inesistente.

Eppure Sfascia ha donato al pubblico italiano un vero gioiellino, un’altra pellicola da inserire, senza dubbio alcuno, nella hall of fame dei prodotti indipendenti tricolori. “Alienween” si inserisce nel genere fanta-horror in pieno. L’omaggio di Sfascia va  tutto a certi prodotti americani di serie B, C e Z degli anni 80 con famelici mostriciattoli pronti a mordere chiunque (vedi Critters & C.). Questa volta senza strabordare troppo nel surreale e nel folle “anarchismo visivo”, come invece era successo per “I rec U” e per “Beauty full beast”. Rispetto ai lavori precedenti aumenta la dose di emoglobina, ma anche il sarcasmo dei personaggi.

Un sarcasmo che colpisce soprattutto la gioventù odierna, senza fare tanti sconti. La comicità di alcune situazioni spesso è azzeccata e quasi irresistibile. In misura minore invece risulta troppo grezza e stonata rispetto all’insieme. In ogni caso, bastano 3 secondi per capire che anche stavolta sei dentro (evviva!) un film di Sfascia. La sua poetica e il suo stile sono, per fortuna, immediatamente riconoscibili.

Splendida fotografia, scenografie fantasy da applausi, montaggio frenetico e gioiosamente delirante. Come faccia a raggiungere una cosi’ alta qualità della messa in scena con 2 lire ancora se lo chiedono in molti. “Alienween” si svolge quasi esclusivamente in un unico spazio, una casa semi-abbandonata addobbata per la festa di Halloween.

Nella parte centrale del film c’è qualche lungaggine di troppo. Inseguimenti tra alieni ed umani all’interno della casa che non portano a molto, se non a qualche sbadiglio. La pellicola, nonostante qualche inevitabile e perdonabile caduta di ritmo, si riprende sempre con “scene madri”, tra lo splatter e il demenziale, che non deluderanno i tanti fans del regista. Il finale ha una svolta molto melodrammatica che potrà far storcere il naso a qualcuno, ma non al sottoscritto.

Il romanticismo è una delle “firme” tipiche di Sfascia, e non è per nulla fuoriluogo. Anzi, rende i suoi prodotti più originali rispetto alla media. “Alienween” è supportato da un cast strepitoso per un prodotto a zero budget. Tutti gli attori sono meravigliosamente in parte. Una menzione speciale al grande Alex Lucchesi, incontenibile nella parte di uno strambo e permaloso speaker radiofonico. Più passa il tempo e più si palesa miope, ridicola e grottesca l’indifferenza dei produttori italiani verso il genio di Sfascia.