Tratto dall’omonimo romanzo del giornalista del New York Times Joe Sharkey, Above Suspicion racconta la storia vera di un agente dell’FBI e della sua relazione con un’informatrice tossicodipendente.
Non sarà dunque questa recensione, bensì le parole della stessa Susan Smith (Emilia Clarke) a spoilerarvi che la giovane donna è morta nel 1989, col collo spezzato dal suo stesso amante. “Sapete qual è la cosa peggiore dell’essere morti? Si ha troppo tempo per pensare.” dice la voce fuori campo della protagonista. La vicenda è raccontata in prima persona da una donna in cerca di fuga, da una vita sbandata, dalla sua dipendenza e dal dover condividere una roulotte insieme all’ex marito spacciatore. Niente di peggio.
L’arrivo in città dell’agente Mark Putnam (Jack Huston), brillante uomo di legge e felicemente sposato con Kathy (Sophie Lowe), appare a Susan come una perfetta occasione di fuga. Offrire qualche informazione in cambio di denaro e magari una nuova identità per fuggire e magari farlo proprio col giovane e aitante Mark. Ma l’agente è solo un arrivista e sfrutta Susan per il proprio tornaconto personale.
IL regista 70enne australiano Phillip Noyce non è uno sprovveduto. L’apice della sua carriera è passata da un pezzo e ruota attorno ai due film su Jack Ryan “Giochi di potere” e “Sotto il segno del pericolo” con Harrison Ford. Nel suo curriculum anche l’ottimo Il collezionista di ossa con Denzel Washington e Angelina Jolie. Insomma un veterano del thriller classico e ad alto budget.
Noyce e lo sceneggiatore Chris Gerolmo enfatizzano molto la claustrofobia della cittadina mineraria del Kentucky. Una sorta di attrazione gravitazionale dalla quale i personaggi e in particolar modo Susan non sembrano non riuscire a divincolarsi.
Redneck strafatti che sognano comunque un altro posto, un’altra America, altre opportunità.
Gli autori lo fanno evidenziando con le didascalie che indicano la distanza in miglia dalla cittadina di Pikeville e con la splendida “Another Place” (titolo evocativo) di Angus & Julia Stone. Apprezzabile l’intera Ost scritta da Dickon Hinchliffe, in linea con le sonorità folk di Un gelido inverno, suo precedente lavoro.
Brillano i comprimari, in particolare Johnny Knoxville e la sorprendente Sophie Lowe. Troppo sacrificata invece Thora Birch nel ruolo di Jolene.
Nel complesso Above Suspicion è un buon film da “cassetta” (quant’è invecchiata questa etichetta?!) ottimamente recitato, ma troppo senile nella concezione narrativa e nella veste estetica.
Dopo tanti rinvii ed emergenze sanitarie, la pellicola è disponibile su Amazon Prime Video