Nel 2014 Amazon, il colosso di proprietà di Jeff Bezos produsse una serie intitolata Crisis in Six Scenes diretta da Woody Allen, e successivamente strinse con lui alcuni accordi per produrre quattro nuovi film.
Secondo gli accordi, la casa di produzione di Allen, la Gravier Productions, avrebbe ricevuto pagamenti minimi garantiti complessivi tra i 68 e i 73 milioni di dollari.
Il primo di questi film era Wonder Wheel, ed è uscito nei cinema di tutto il mondo nel 2017.
Nel frattempo però un articolo di Ronan Farrow pubblicato sull’ Hollywood Reporter ha ridestato l’attenzione sulle accuse relative a presunte violenze da parte di Allen nei confronti di sua figlia, e Amazon ha deciso così di fermare la distribuzione di A Rainy Day in New York (completato ormai da diversi mesi) e cancellare il contratto multi-film.
Nel Giugno 2018 Amazon si è tirata indietro, cercando di terminare il contratto senza alcuna base legale, sapendo che le proprie azioni avrebbero creato danni sostanziali a Mr. Allen, alla Gravier, agli investitori, agli artisti e ai membri della troupe coinvolti nella realizzazione dei film, spiega la causa.
Amazon ha cercato di giustificarsi riferendosi a un’accusa infondata vecchia di 25 anni, un’accusa nota ad Amazon (e al pubblico) ben prima che venissero firmati i quattro accordi e che non rappresenta una base per terminare un contratto.
Allen accusa Amazon di aver concluso il contratto unilateralmente senza alcuna base legale per farlo, e ora chiede 68 milioni di dollari di minimo garantito dovuto.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda.