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Venezia 75: The Favourite – La Recensione

Sagace, assurdo, astuto.
Geniale.
Lanthimos approda al Lido con The Favourite.
Il film è una Pellicola in costume che oltre ad essere un elegante esercizio di stile, si può definire uno dei migliori lungometraggi del regista greco.

A tratti simile alle grottesche iperboli viste in The Lobster, questo The Favourite è una storia di ossessioni e di potere ma con dialoghi e astuzie geniali che rendono il film carico dell’impronta da teatro dell’assurdo
di Lanthimos.
La Regina Anna si affida in tutto e per tutto alla sua prima dama di compagnia, Sarah (Rachel Weisz) la quale spesso assume il potere decisionale in sua vece per somma rabbia del capo dei partiti di opposizione (Nicholas Hoult).
In questo quadro si inserisce la giovane e scaltra Abigail (Emma Stone), lontana cugina di Sarah, che capirà presto come interpretare la partita in corso e volgere a proprio favore le insicurezze della sovrana.
Emma Stone
Rachel Weisz è ormai abile nell’incarnare le fantasie di Lanthimos. La sua Sarah è brillante, sarcastica e terribilmente determinata a mantenere i propri privilegi.
Speculare a lei la Abigail di un’Emma Stone in stato di grazia – probabilmente il suo miglior film insieme a Birdman – la quale scala la rigida gerarchia di palazzo con abile sagacia, fino ad ottenere il favore della sovrana.
Nel mezzo lei, l’ago della bilancia della vicenda, la Regina Anna di un’intensa Olivia Colman.
Sola e malata, alla ricerca di attenzioni e conforto dalle donne che la circondano, ossessionata da una disperata volontà di essere amata che la porterà consapevolmente a mettere in competizione Sarah ed Abigail, disinteressandosi quasi completamente alle vicende di un paese in crisi e in guerra.
Rachel Weisz
Ma non aspettatevi un drammatico ménage a Trois tutto al femminile.
Perché la sfida tra le favorite è permeata di sarcasmo, di dialoghi micidiali e di battute al vetriolo, nonché di personaggi e situazioni al limite dell’assurdo – il corteggiamento tra Abigail e il Colonnello Masham è cosi sconclusionato da rendersi irresistibile.

Quindi Lanthimos non delude, e ancora volta stupisce con un film all’apparenza lontano dalle sue visioni grottesche ma mai così attinente alle sue folli e paradossali distopie.

VOTI FINALI
voto:
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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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