Home Speciale FESTIVAL Venezia 75: Dead Women Walking – La Recensione

Venezia 75: Dead Women Walking – La Recensione

Uno dei film sicuramente più interessanti in questa edizione numero 75 della Mostra del Cinema di Venezia è quello presentato nelle Giornate degli Autori dalla regista israeliana Hagar Ben-Asher, intitolato Dead Women Walking.

Il docu-drama mostra le storie di nove donne che sono in attesa della pena di morte negli Stati Uniti, in momenti diversi ma sempre a ridosso dell’esecuzione.
Un tema quindi molto forte e delicato, che non sta alle pagine di questo sito giudicare perchè altri sono i luoghi e i momenti per farlo.
Qui si parla di cinema.
E parlando di cinema possiamo sicuramente affermare che la pellicola è ben costruita, perchè seppur molto drammatico ed emozionante il film ci permette di entrare in profondità nello stato d’animo di queste nove donne, che stanno per ricevere la pena e la punizione più grande dopo essersi loro malgrado macchiate le mani di sangue.

La regista Ben-Asher in pochi minuti per ogni protagonista ci fa conoscere il loro passato familiare, fatto sempre di problemi, violenze, abusi, abbandoni, che ci fa dunque capire che nessuna di queste donne ha avuto una vita facile (seppur questo non giustifichi le loro gesta).
Mostrandoci i loro ultimi attimi precedenti all’esecuzione, (l’ultima doccia, l’ultimo saluto ai cari, il trasferimento, l’esecuzione vera e propria) il film ci immerge nel dramma, nella sofferenza e nell’ultimo grido di disperazione, di dolore e di amore di queste nove detenute.

E figure chiave del film sono anche loro, quelli che fino all’esecuzione fungono, o almeno dovrebbero fungere da angeli custodi, i traghettatori di queste condannate.
Stiamo parlando dei secondini, quella figura che più di tutte rimane a contatto con le condannate durante la detenzione.
Una pellicola che fa innanzitutto riflettere su un tema molto scottante che in particolar modo negli States è sempre oggetto di duri confronti e dibattiti.
Dal 1976 sono state 16 le donne a cui è stata riservata questa fine.
Una di queste siamo in tanti a conoscerla bene.
Stiamo parlando di Aileen Wuornos, giustiziata nel 2002 e che sempre rimanendo in tema cinematografico è stata interpretata nel film Monster da una superba Charlize Theron (che vinse anche l’Oscar).
Altre nove delle restanti sedici sono all’interno del film della Ben-Asher, e vi faranno emozionare, e non poco.

Come abbiamo detto sopra non è questo lo sfondo per un dibattito sulla pena di morte, ma quello che noi possiamo fare, è porvi all’attenzione questo bellissimo film, che parla di un qualcosa di molto scomodo, che ci mostra che un po’ d’umanità alberga nei cuori di ognuno di tutti, sia di coloro che hanno commesso efferati delitti, ed anche nel cuore di coloro che hanno pianto i loro cari a causa di ciò.
Non può esistere essere umano con solo odio e completamente votato al Male.

Il Bene, e l’Amore, sono dentro ognuno di noi.

VOTI FINALI
voto:
Articolo precedenteAddio Burt Reynolds, il George Best di Hollywood
Articolo successivoVenezia 75: annunciati i premi collaterali La Pellicola d’Oro
Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

‘Rest..In..Peace’