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Venezia 74: Downsizing – La recensione

Sezione: Concorso


Le luci in sala si spengono. Gli ultimi ritardatari prendono posto. All’improvviso lo schermo si illumina, c’è eccitazione tra gli spettatori. Ecco il leone simbolo della città e della manifestazione. Ci siamo: ecco i titoli di testa.

Inizia ufficialmente la 74 mostra del cinema di Venezia.

Noi eravamo presenti in quella sala e questa è la recensione di DOWNSIZING!

In un futuro dispotico non molto lontano, un istituto norvegese ha creato un procedimento per ridurre le persone a una dimensione di circa 15 centimetri. Questo come rimedio per la sovrappopolazione, la mancanza di generi alimentari e le catastrofi causate dall’uomo .Ai volontari viene proposta un prospettiva da sogno: nel loro piccolo mondo vivranno come alto borghesi, con tanto di villa con piscina e un conto in banca centuplicato. Il lato negativo: il processo di rimpicciolimento è irreversibile.

Downsizing ha alla base un idea assolutamente geniale. Rimpicciolire l’umanità per ridurre e, nell’arco di 200/300 anni,  azzerare l’impatto ambientale dell’Homo Sapiens sul pianeta Terra. Questa utopistica idea verrà sfruttata, inevitabilmente, per il raggiungimento di un nuovo, consumistico, sogno Americano.

Alexander Payne narra la vicenda in maniera abbastanza plausibile per quasi tutto il film sprofondando in uno pseudo-fantasy romantico con richiami alla serie di videogame Fallout nella parte finale. Una scelta che rovina la godibilità del film. Peccato per questo scivolone pesante della sceneggiatura, perché sia registicamente che visivamente (la CGI, ben fatta, ovviamente la fa da padrone) il film non si discute.

A risollevare le sorti della pellicola arriva il magnifico cast.

Protagonista indiscusso è Matt Damon che interpreta Paul Safraneck un uomo normale che vive, alla soglia dei 40 anni, nell’incertezza economica. Damon è oramai da anni specializzato nell’interpretare l’uomo qualunque ed anche qui ci lascia una prova attoriale solida.

Al fianco di Paul troviamo sua moglie Audrey Safranek interpretata da Kristen Wiig. Personaggio che ha il pregio di far scatenare gli eventi che coinvolgono il marito Paul. La Wiig, per quel poco che compare, da il massimo.

Ma il capolavoro del film ce lo regala Christoph Waltz con il suo irresistibile Dusan. Ogni volta che compare sullo schermo regala scene memorabili e divertenti. Dusan è un personaggio ambiguo e trafficone ma che, sotto sotto, ha un cuore d’oro. L’ennesimo personaggio di Waltz che rimarrà nell’immaginario collettivo. 

Camei per Alec Baldwin, Neil Patrick Harris, Jason Sudeikis e Laura Dern.

Cosa lascia Downsizing dopo la fine del film?

Sicuramente un messaggio di speranza e accettazione del diverso in un periodo storico attuale particolarmente difficile. Possiamo provare a salvare il nostro pianeta riscoprendo quei valori fondamentali che l’egoismo, la discriminazione e il consumismo folle hanno fatto dimenticare a buona parte del genere umano.

Downsizing in conclusione è un film gradevole, con un bel messaggio di fondo che viene però affossato da una seconda parte non all’altezza.