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Venezia 73: Home – la recensione

Siamo in Belgio, nel bel mezzo di una gruppo di giovani, quelli dell’era social, dell’era del “ho la pappa pronta e non so che fare della mia vita”. Di questo gruppo fanno parte John (Mistral Guidotti), Abdul, Sammy e Lina (Lena Suijkerbuijk). Ragazzi a cui la vita sembra passare davanti senza che nessuno di loro possa prenderla per mano per farla loro. Si fanno scorrere tutto addosso, senza mostrare un’emozione, un sogno, una speranza. Sammy è il fidanzato di Lina, una ragazza quasi impassibile di fronte a tutto quello che le accade, una di quelle ribelli silenziose; John è quello che ha la situazione familiare più complicata, e nel film questo sarà un elemento fondamentale, e per questo non vi anticipiamo nulla. Al gruppo si aggiunge poi Kevin, un giovane problematico che ha avuto anche problemi giudiziari e che non ci pensa su due volte quando c’è da menare le mani.

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Vite vuote, problematiche, con delle questioni da risolvere: ognuno di loro è un vaso che sta per traboccare, un effetto domino che aspetta solo la spinta per far cadere tutto. E la spinta ovviamente arriva, anzi sono molteplici: violenza, incesti, incomprensioni, due generazioni che non si capiscono, i giovani da una parte, che cercano forse un aiuto, una conferma, e i grandi che non fanno nulla, ma che forse proprio nel non far nulla fanno più danni dei più piccoli. Musiche che angosciano ancor più dei fatti che vediamo nella pellicola “Home” di Fien Troch presentata al Festival nella sezione “Orizzonti“. Un dramma sul disagio giovanile che non vede alcun vincitore, o forse si, ed anche inaspettato.
Dopo “King of the Belgians”, il Belgio tira fuori un’altra pellicola davvero interessante che ci auguriamo possa presto trovare una distribuzione anche nella nostra penisola.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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