I Magnifici sette film2016

Sezione: Fuori Concorso


Forse siete tra coloro che esclamano “ah, dannati, remake“, sì perchè per molti non andrebbero nemmeno concepiti (il recente caso Ghostbusters dice molto).
La questione che più dovrebbe interessare è come si fanno e cosa hanno da dire. The Magnificent Seven di Antoine Fuqua dice poco e lo fa con molta frettolosità.

La cittadina di Rose Creek è controllata dall’avido magnate Bartholomew Bogue, il quale, pur mancando dei crismi di un villain che incute timore, ricatta gli abitanti della comunità. Affranti e impauriti la vedova Emma Cullen cerca protezione affidandosi ad un gruppo di individui al di fuori della legge o che spesso si trovano al suo confine. A guidarli il cacciatore di taglie Sam Chisolm (Denzel Washington) il resto del gruppo che abbraccia più di un’etnia è composto da Josh Farraday, Goodnight Robicheaux, Jack Horne, Billy Rocks, Vasquez e Red Harvest.

Se per i detrattori la presentazione dei villain di Suicide Squad non era adeguata, quelle dei sette è pressocchè inesistente; non è chiaro perchè molti di loro decidano di aderire alla missione, nè la modalità con cui viene tratteggiato il vissuto di alcuni efficace a conferirgli un qualche valore. Presa familiarità con Rose Greek e col primo schieramento di corrotti di cui sbarazzarsi il tono didascalico si fa sempre più strada: è lo stesso personaggio interpretato da Denzel Washington a dichiarare “che la vera battaglia deve ancora giungere” come a dire non abbiamo fatto niente, il bello ve lo dobbiamo far vedere. Ad essere sbagliata non è la chiara divisione in tre atti ma la mancanza di contenuto nel raccontarli.

I 7 non sembrano mai una squadra, alcuni profili, come il texano, sono fantasmi, e il Jack Horne di Vincent D’Onofrio con una voce ai limiti del castrato risulta una barzelletta. È tutto il timbro con cui Antoine Fuqua imposta la narrazione a non convincere, The Magnificent Seven ha uno stile impersonale, con una fotagrafia passiva incapace di restituire le atmosfere del western e la battaglia finale, in cui il piacere di sparare, di far esplodere cose e persone dovrebbe essere il momento migliore di una storia senza troppe pretese, diventa un terzo atto di superficialità con un susseguirsi confuso di sequenze improvvisate a sugellare una regia che si distingue per banalità.

Neanche il cast di livello salva questo remake anche perchè Denzel Washington, colui che doveva essere il trascinatore, ha un tono ingiustificatamente dimesso. Alla fine la vera dura dei Magnifici 7 è proprio quella Emma Cullen interpretata da Haley Bennett che ha la forza e il coraggio di non rassegnarsi.

Se i magnifici sono ordinari e piatti, la vera magnificenza sarebbe stato non realizzarlo affatto.

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Redattore

- Il cinema per me è come un goal alla Del Piero, qualcosa che ti entra dentro all'improvviso e che ti coinvolge totalmente. È una passione divorante, un amore che non conosce fine, sempre da esplorare. Lo respiro tutto o quasi: dai film commerciali a quelli definiti banalmente autoriali, impegnati, indipendenti. Mi distinguo per una marcata inclinazione al dramma, colpa del Bruce Wayne in me da sempre. Qualche gargamella italiano un tempo disse che di cultura non si mangia, la mia missione è smentire questi sciacalli, nel frattempo mi cibo attraverso il cinema, zucchero dolce e amaro dell'esistenza -