The Bleeder

Sezione: Fuori Concorso


La musica è la luce di The Bleeder, quella luce che Chuck Wepner non è riuscito ad ottenere sul ring ricercandola in una fama effimera.

Il nuovo film di Philippe Falardeau racconta la storia vera che ispirò Sylvester Stallone per Rocky: Chuck Wepner, pugile e venditore di alcolici che negli anni 70 riuscì a resistere 15 round nell’incontro valevole per il titolo contro Muhammad Ali. Ma dopo quel match quella che poteva essere la storia di un’ascesa si trasforma in un’ossessione, con Chuk il sanguinolento (The Bleeder) desideroso di vivere una vita che non è la sua e intento a convincere gli altri prima che se stesso della grandezza della sua favola, del suo essere il vero Rocky Balboa.

Non è la narrazione della possibilità mancate di un pugile, difatti le sequenze di boxe sono persino familiari e spente, ma la storia di un uomo che fa della propria vita un ring di smarrimento e decadenza non curandosi dei propri affetti più veri. Ma la vita si sa è un pò come un film che può cambiare marcia in ogni istante se ci concentriamo sulle cose più semplici.
La storia di Chuck Wepner, interpretato da un  Liev Schreiber spumeggiante, riflette brillantemente e in maniera spassosa il mondo degli anni con una scenografia non secondaria alla sceneggiatura: i colori, i costumi, i luoghi e la trascinante musica rendono The Bleeder un film piacevolissimo ed entusiasmante.

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Redattore

- Il cinema per me è come un goal alla Del Piero, qualcosa che ti entra dentro all'improvviso e che ti coinvolge totalmente. È una passione divorante, un amore che non conosce fine, sempre da esplorare. Lo respiro tutto o quasi: dai film commerciali a quelli definiti banalmente autoriali, impegnati, indipendenti. Mi distinguo per una marcata inclinazione al dramma, colpa del Bruce Wayne in me da sempre. Qualche gargamella italiano un tempo disse che di cultura non si mangia, la mia missione è smentire questi sciacalli, nel frattempo mi cibo attraverso il cinema, zucchero dolce e amaro dell'esistenza -