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Venezia 73: omaggio a Cimino – Year of the Dragon

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Durante questa edizione del cinema di Venezia, un doveroso omaggio al recentemente scomparso Cimino, regista caduto in disgrazia ben prima della sua morte.

E’ storia il biblico flop del suo I cancelli del cielo, disprezzato da critica, pubblico e costato il fallimento alla casa produttrice e una piena carriera a Cimino, le cui opere successive si contano sulle dita di una mano.

Una di queste è Year of the Dragon, riproposto a Venezia e avente protagonista Michey Rourke al pieno della sua bellezza e fama (prima di passare alla sua fase ‘alternativa’, fatta di Orchidea Selvaggia, droghe, pugilato e un tardivo ritorno al cinema).

ciminoStanley White è razzista, arrogante, disilluso, un uomo sulla quarantina con un tormentato passato nel Vietnam e un matrimonio alla deriva nel presente; ma è anche un agente forte, incorruttibile, privo di compromessi; forse l’unico a poter venir a capo del marcio in Chinatown.

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Come avrete letto, Stanley è il paradigma del poliziotto hard-boiled, fatto di modi rudi e di sostanza. Lo stesso non si può dire della pellicola, che, pur presentando scatti di violenza spinta e frenetica, è permeata da un senso di melodramma -non inaspettato, con Cimino- che si rispecchia nella figura tragica di Stanley, dannato per la sua missione, e nei comprimari che inevitabilemente si bruciano standogli vicino.

Allo stesso modo, tutt’altro che rude la forma: vi è una cura per le scene e i colori che rendono Year of the Dragon uno spettacolo per gli occhi, non sfigurando minimamente in alta definizione dopo 31 anni suonati.

Impossibile non consigliarne la visione; potreste approfittare di una nuova, esclusiva versione che è senz’altro destinata ad aumentare di valore nel tempo (amazon.fr)

 

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.