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Unorthodox: il diritto di essere ascoltati.

“Non è una storia sull’esistenza di Dio, ma sul diritto di essere ascoltati”

Sono queste le parole con le quali la giovane attrice israeliana Shira Haas battezza Unorthodox miniserie targata Netflix e creata da Anna Winger e Alexa Karolinski. Gli eventi si basano sull’autobiografia del 2012 di Deborah Feldman “Ex ortodossa. Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche”. La storia è quella di Esty una 19enne cresciuta nel quartiere di Williamsburg, a Brooklyn. Poco più che una sposa bambina, Esty è figlia di una pecora nera, un alcolista che vive ai margini di una comunità chassidica Satmar.

Ebrei ultraortodossi convinti che l’Olocausto sia stata una punizione divina per aver cercato di integrarsi con il resto dell’umanità e ai loro costumi.

Esty per loro non è una buona moglie poiché settimane dopo il matrimonio non è riuscita a soddisfare il giovane Yanky (Amit Rahav), anche lui vittima del sistema. In una comunità dove procreare vuol dire riportare in vita i 6 milioni di ebrei uccisi 80 anni fa in Germania. E proprio a Berlino che Esty decide di fuggire, per ricongiungersi con la madre ribelle, che anni prima abbandonò quel folle e ottuso mondo per vivere insieme alla sua compagna.

Nella capitale tedesca Esty cercherà di rifarsi una vita grazie alla musica ignorando di essere tallonata da Yanky e dal cugino Moishe (Jeff Wilbusch).

4 episodi dalla durata media di 54 minuti. Una produzione tedesca piena di esordienti a partire dalla regista Maria Schrader. Eppure Unorthodox sembra un opera sapiente e posata.

Un intreccio narrativo molto semplice e un’aderenza alla realtà frutto di uno straordinario lavoro di documentazione, dalle scenografie al taglio fotografico del sapiente Wolfgang Thaler. Attori e comparse con i loro payot e shtreimel ovunque. Il 70% del film recitato in yiddish e non capita spesso. E poi i rituali, le preghiere, le danze della comunità di Williamsburg sono tra i tanti aspetti che conferisco veridicità al film e un senso di claustrofobia e impotenza che aiuta ad empatizzare con la storia di Esty.

L’interpretazione della giovane Shira Haas è il valore aggiunto di Unorthodox. L’attrice vista di sfuggita ne La signora dello zoo di Varsavia, con Jessica Chastain, ci mette anima e un corpo minuto, ma deciso nel far valere “il suo diritto di essere ascoltata”.

Un’esperienza immersiva unica nel suo genere e una protagonista straordinaria che rendono Unorthodox uno dei prodotti più interessanti attualmente disponibili su Netflix.