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Trappole a non finire : “The Collection” – di Marcus Dunstan (2012)

Negli anni in cui spopolava il “Torture porn”, con titoli come “Saw” e “Hostel”, molti soldi giravano intorno a questo sotto genere dell’horror. E per il primo dei due titoli appena citati, dopo il terzo episodio, si pensò di realizzarne altri quattro (con esiti mediocri), e tra gli sceneggiatori, venne scelto il giovane Marcus Dunstan, che nel frattempo, era riuscito a creare una pellicola tutta sua : “The Collector” (2009). Non viene ricordato come uno degli horror più belli degli ultimi anni, ma non era affatto male; al centro della storia c’era un villain, una tipologia per alcuni versi nuova, con l’elemento della “passione” per le trappole. Ambientazione casalinga, colonna sonora che aiutava a tenere alta la tensione, sangue e violenza in quantità importanti, alcune scene veramente disturbanti ( quella del gatto è indimenticabile, ma anche altre torture non erano male), un ladro, e quindi un personaggio negativo che invece deve diventare eroe, ed un finale che lasciava aperti molti interrogativi.

Il McGiver dell’horror

Non era assolutamente un film da buttare. Ma poteva finire anche li. Ed invece, anno 2012, ecco, il tanto, amato, sequel. Solo che l’era dei torture porn era passata in quell’anno, e come tutti sappiamo, un sequel parte già un gradino sotto il suo capostipite, e qui, non partivamo certo dall’eccellenza assoluta.
E allora ecco “The Collection” : stavolta l’assassino gioca in casa, in un albergo che tutto sembra essere meno che ospitale ed adatto ad una tranquilla vacanza. E’ la casa base del villain, che ha catturato un’adolescente che risponde al nome di Elena (Emma Fitzpatrick), figlia di un ricco uomo d’affari, che crea così una “task-force” per trovarla e portarla in salvo. Ma a guidare il gruppo c’è ancora lui, Arkin, il protagonista del primo film. Ecco uno dei pochi elementi positivi del film; la continuità. Si riparte da dove tutto era finito, con Arkin che era stato catturato dal cattivone dentro una delle sue valigie e che nei primi minuti viene liberato proprio da Elena nei primi minuti del film dopo che “Il Collezionista” ha operato una vera e propria mattanza di adolescenti, con trappole che potrebbero svergognare anche McGiver.

The Collection 01
Qualcuno ancora vivo?


Si capisce da subito quindi cosa potrà essere questo sequel : un “The Collector” non più in un piccolo spazio claustrofobico come una casa, non più poche vittime ma molte, trappole sempre più macabre e terrificanti : un “The Collector” al cubo insomma.
Ma sin da subito ci sono troppe cose che non vanno. Primo : il capo della squadra per ritrovare Elena, ha un nome che proprio no : Lucello. Ok, scelta sbagliata, può succedere. No, il film si trascina pesantemente per soli 82 minuti, di cui la quasi totalità sono solo trappole, montaggi al limite della decenza, come quello in cui villain, Lucello ed Elena si incontrano. E poi alcune scene che proprio non possono avere senso, come l’episodio del braccio rotto di Arkin (non è proprio pensabile una cosa del genere). La parte finale poi non piacerà senz altro a chi non ama i sequel, e non dico altro. Un film che poteva essere evitato, che sembra quasi fatto controvoglia, solo perchè magari il primo aveva lasciato aperti alcuni interrogativi che questo sequel riprende ma a cui non da una risposta. Non ci siamo proprio, al massimo questa pellicola può essere un film da Tv, da trasmettere in seconda serata per chi il giorno dopo non lavora, e la sera, non ha proprio di meglio da fare.

BOCCIATO

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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