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The Silence (2019) – Fate silenzio o morirete tutti

Durante una spedizione un gruppo di speleologi rinviene una sconosciuta specie di uccelli preistorici, carnivori e attratti dal rumore. Gran parte degli Stati Uniti nord orientali, vengono invasi da queste mostruose creature. In particolar modo i centri urbani vengono devastati e sono migliaia i corpi macellati dalle grinfie di questi voraci animali.

In molti cercano riparo al nord e nelle zone periferiche, tra questi anche la famiglia Andrews. Loro però, a differenza degli altri, partono con un vantaggio, parlano infatti il linguaggio dei segni per via della sordità della piccola Ally. In un mondo in cui anche il minimo rumore può uccidere, saper comunicare silenziosamente, diventa un’arma fondamentale. Proprio quando la famiglia riesce a trovare riparo in una isolata casa in campagna, i cinque protagonisti, s’imbattono in un inquietante gruppo di invasati religiosi dalle dubbie intenzioni.

Sulla falsa riga dell’ottimo A Quiet Place e nel tentativo di replicare il successo di Birdbox, altro post apocalittico dalle tinte orrorifiche, Netflix propone un nuovo monster movie, dal trailer accattivante e con un cast di tutto rispetto composto da Stanley Tucci nella parte del premuroso padre, Miranda Otto, Kyle Harrison Breitkopf , il redivivo John Corbett e la giovane Kieran Shipka nella parte di Ally.

La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore britannico Tim Lebbon del 2015, è stata diretta John R. Leonetti, mestierante dietro il quale ci sono diversi B-Movie di dubbia qualità.

Sia il regista che gli sceneggiatori Carey e Shane Van Dyke, infatti perdono l’occasione di valorizzare un plot che aveva molto potenziale. La sordità di Ally vista come un handicap che diventa invece funzionale alla fuga e alla salvezza della famigliola. Ma anche il tema della tecnologia sempre più rumorosa ed esiziale per la società moderna. Tutto ciò che di buono Lebbon aveva messo su carta, diventa fumoso e incoerente sulla pellicola. Il film di Leonetti infatti è quanto di meno credibile e involontariamente comico visto su Netflix da quando la piattaforma streaming ha iniziato a produrre gli scarti delle major.

Se il film infatti vacilla già nel tentativo dar vita ad un incipit verosimile, collassa completamente su sé stesso quando si pone l’obiettivo di delineare dei personaggi credibili, che dicano e che facciano cose credibili.

Lo sviluppo narrativo pur attingendo a piene mani dal consumato filone dei survivor movie, non riesce a proporre twist degni di nota, trascinando noiosamente lo spettatore verso un finale scontato e ancor peggio aperto ad un possibile sequel.