Il cinema italiano, quando si parla di horror, da ormai troppo tempo non sta vivendo un grande periodo.
Sembrano ancora molto lontani i tempi delle grandi pellicole dei maestri Argento e Fulci.
Tuttavia, ultimamente, sembra che qualcosa, si stia muovendo, seppur con basso budget, ma con risultati più che soddisfacenti.
Si perchè dopo le due interessanti pellicole The End? L’inferno fuori e Dolceroma è attualmente in sala un altro film che ci sentiamo di consigliarvi.
Stiamo parlando di The Nest – Il nido, diretto da Roberto de Feo.
Il regista pugliese ci porta in una lussuosa ma angusta villa, Villa dei Laghi, dove risiede una strana famiglia, completamente isolata dal mondo, e che tenta all’interno della sua tenuta di ricreare, non si sa per quale motivo, un mondo a sè.
I personaggi che la abitano sono piuttosto bizzarri ed inquietanti, a cominciare da quella che sembra essere la capofamiglia, Elena (Francesca Cavallin), passando per domestiche una più triste dell’altra, per finire con lo psicopatico Christian (Maurizio Lombardi).
Personaggio principale però è il piccolo Samuel (Justin Korovkin), che sotto il rigidissimo controllo della madre deve imparare le regole ferree della tenuta, che formano il cosiddetto programma:
Non mangiare troppo
Non piangere
Non parlare del mondo esterno
Non parlare con Samuel
Perchè tutte queste regole? Perchè questo isolamento dal mondo esterno?
A queste e ad altre domande ci penserà il film a rispondere.
L’ultima cosa da sottolineare è il fatto che la comunità di Villa dei Laghi sembra avere un suo ottimo, seppur macabro e malsano equilibrio, almeno fino all’arrivo della giovane Denise (Ginevra Francesconi).
La pellicola di De Feo intrattiene lo spettatore per tutti i suoi 107 minuti di durata.
E lo fa grazie a diversi elementi.
Primo fra tutti l’ambientazione, completamente azzeccata.
Una magione tanto imponente quanto sinsitra, fatta di lunghi e sinistri corridoi, di stanze grandi e di un arredamento solenne ma ormai vecchio.
E soprattutto, sono i personaggi a rendere molto interessante la pellicola di De Feo.
Da ricordare sono le interpretazioni dei due giovani, Ginevra Francesconi e Justin Korovkin, ma un gradino sopra tutti dobbiamo mettere Francesca Cavallin.
Le sue espressioni, i suoi occhi, il suo viso scavato, le sue movenze, parlano da sole, e fanno in modo che il film solo per la sua prova meriti una stella in più.
E attenzione, non ci dimentichiamo di un personaggio secondario ma che non potremo mai scordare: un bravissimo Maurizio Lombardi, che con il suo psicopatico Christian ci ricorda molto lo spietato e sadico Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi.
La pellicola ogni tanto si perde, tralasciando qualche aspetto, o enfatizzandone troppo qualcun altro, tuttavia resta un ottimo prodotto made in Italy, che ci fa ben sperare per il futuro di poter riavvicinarsi sempre più ai fasti dei grandi maestri horror dei decenni passati.