Home Serie tv The following (2a-3a Stagione): Hardy, Carroll e i followers

The following (2a-3a Stagione): Hardy, Carroll e i followers

Nel finale della prima stagione di The Following c’eravamo lasciati con un Joe Carroll (James Purefoy) morto ed un Ryan Hardy (Kevin Bacon) vivo ma gravemente ferito assieme alla sua compagna ed ex moglie di Joe Claire (Natalie Zea).


L’inizio della seconda stagione di The Following parte dunque con molti interrogativi e nuove conferme.
Ryan e Claire si riprenderanno? Joe è veramente morto? E chi sono questi nuovi giovani killer che uccidono in suo nome?
Sono i suoi “follower”, o c’è qualcun altro che si sta muovendo per lanciare un nuovo messaggio?

La stagione due della serie ideata da Kevin Williamson parte subito col botto, per tenere poi durante tutte le quindici puntate il piede costantemente premuto sull’acceleratore.
Tutto grazie a tanti momenti di suspance e colpi di scena a non finire.
Nuovi personaggi, nuove sottotrame, ed i personaggi principali ben caratterizzati.
Faremo la conoscenza della nipote di Ryan,
Max Hardy (Jessica Stroup) e di un trio molto pericoloso quanto fondamentale in questa seconda stagione: Lily Gray (Connie Nielsen) ed i suoi figli Mark e Luke (de fratelli a dir poco “spostati” interpretati entrambi dal bravissimo Sam Underwood).

Sam Underwood e …… Sam Underwood

L’azione non manca di certo dunque e lo spettatore è quasi impossibilitato ad annoiarsi, sebbene nella seconda parte qualche momento di leggera fiacca si noti e non poco.
Ottime le musiche, che seppur non originali sono perfette all’interno delle vicende narrate.
Buona la recitazione, con Sam Underwood vero outsider nell’interpretazione dei fratelli Mark e Luke, due delle pedine fondamentali di questa stagione.

POTEVAMO FERMARCI QUI 

 

Se la prima e tutto sommato anche la seconda stagione di The Following potevano aver tranquillamente superato l’esame, non altrettanto possiamo dire della terza e per ora, ultima stagione.
Protagonista sempre lui.
Un Ryan Hardy sempre sulla breccia ma ormai provato, fisicamente e mentalmente, dalla caccia a Joe Carroll.
E da quell’ostinata voglia di non diventare come il suo nemico giurato.

Nuovi villain arriveranno sulla scena.
Ma c’è una nota dolente in questa stagione.
Il loro appeal.
Sarà difficile infatti riuscire ad entrare in empatia con loro così come per il Villain per eccellenza di questa serie.
Ovvero quel James Purefoy che ha fatto di Joe Carroll un personaggio assolutamente da ricordare.
Nuovi cattivi si affacceranno sulla scena, e forse potrete apprezzare uno di loro, ma provate a fare un confronto con Joe, e poi tirate le vostre somme.

Uno dei pochi motivi per vedere la terza stagione.

La storia non propone elementi nuovi in questa stagione tre.
E forse, la stanchezza di Ryan Hardy si risente in tutte queste ultime quindici puntate. Ragionamento che ci fa quindi capire il perchè la serie sia stata non rinnovata per una quarta stagione. Non tutti forse apprezzeranno il finale, o forse si, ma non vi diciamo altro.


Quello in cui The Following ha peccato è stato perdere il suo punto di forza con l’avanzare della serie. Partita come un qualcosa di particolare, un serial killer che era stato collegato al potere di persuasione sui suoi followers , la serie è poi planata sul classico poliziesco e sulla caccia ad un serial killer che abbiamo già visto troppe volte. Anche la dinamica del cattivo (Joe) contro un buono (Ryan) che però nasconde qualche scheletro nell’armadio si va perdendo con l’avanzare delle stagioni. Con qualche puntata in meno questo The Following, sempre e comunque una buona serie da vedere, avrebbe potuto esprimere in maniera migliore tutto il suo potenziale.