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The Bridge – 2a stagione

Se nella 1a serie i due mondi di Messico e USA erano diversi seppur così vicini, ora nella 2a stagione di The Bridge i confini svaniscono, e non si può più distinguere nè dove comincia uno stato e dove termina l’altro, nè la separazione tra ciò che è legge e ciò che è corrotto.
Si perchè ora USA e Messico non sembrano più così distanti ; la corruzione e la criminalità colpiscono da entrambi i lati del ponte ; non capiamo più bene di chi ci si può fidare, non abbiamo più punti fermi, e questa volta la posta in gioco è molto molto alta. E molto grande è il polverone che si sta per alzare.
Ed in mezzo a tutto questo ritroviamo ancora la “strana coppia” formata da Marco Ruiz, ancora sconvolto per gli eventi accaduti durante la fine della 1a stagione e Sonya Cross, che nelle prime puntate della 2a serie dovrà fare i conti con un passato che lei non vuole ancora dimenticare ma che tornerà a tormentarla. I due poliziotti tornano a collaborare insieme in un’indagine che sembra non conoscere confini, molto più grande di loro , in cui rientrano e convergono personaggi molto importanti che nella 1a stagione erano ancora poco legati tra loro, come il pericolosissimo Fausto Galvan, la “Milfona” Charlotte Millwright, il capitano Robles, i due giornalisti Frye e Adriana e le “facce nuove” di Sebastian Cerisola (uomo d’affari alquanto losco), l’agente McKenzie della DEA, pezzi grossi della CIA, ed una donna tanto misteriosa quanto spietata e pericolosa, come Eleonor Nacht.

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Sonya e Marco di nuovo insieme

La seconda stagione di The Bridge fa le cose più in grande e passa da un’indagine su un folle omicida ad una molto più complessa in cui sono immischiati il dipartimento di polizia di Juarez, quello di El Paso, la CIA, la DEA ed il cartello di Fausto Galvan. Tra alleanze, tradimenti e colpi di scena, Marco e Sonya faticheranno non poco a cercare di risolvere la situazione.
La struttura della seconda stagione ricalca in parte quella della stagione precedente : la storia principale avanza ed a fianco si sviluppano sottotrame già presenti nel finale della prima serie ed altre nuove che negli ultimi episodi andranno a confluire e ad intrecciarsi tra loro senza forzature evidenti. nonostante le storie secondarie potessero sembrare troppe il regista riesce a trovare il giusto senso a tutte riservando loro i giusti minutaggi tra  i vari episodi a seconda della loro importanza. I personaggi principali vengono ben caratterizzati : Marco è in particolare quello che subisce l’evouluzione più evidente, sia per le conseguenze dei fatti della prima serie sia per le vicende che lo vedranno coinvolto nella seconda. Sonya sarà molto al centro della storia nella prime puntate, a causa del ritorno a galla di un passato che la tormenta e forse rispetto al tenente Ruiz si evolve in maniera minore. Da menzionare però l’interpretazione di Franka Potente nei panni della pericolosa Eleonor Nacht, che nasconde alcuni segreti della sua vita privata e non si ferma davanti a niente e nessuno, un vero pericolo per chiunque gli capiti a tiro; mettetele vicino Anton Chigurh di “Non è un paese per vecchi”, e questi vi vincono una guerra da soli.

Fatela incazzare, e ve ne pentirete amaramente. Per sempre.

Oltre questa 2a stagione The Bridge non andrà, in quanto la serie non è stata rinnovata per una terza. Seppur sia da sempre un sostenitore delle serie con poche stagioni, devo però ammettere che in questo caso una terza non sarebbe stata superflua.
Questa seconda comunque scorre molto bene senza momenti di pausa troppo lunghi e noiosi, ci sono vari colpi di scena (non troppi) e le sottotrame alla fine vanno intrecciandosi tra loro per confluire nella trama principale in maniera non troppo forzata. Non resta che vedere, nella prossima puntata, se i colleghi del ponte tra Svezia e Danimarca, hanno fatto meglio o peggio, attendendo, che la collaborazione Francia/Inghilterra riproponga la sua versione, la numero tre di questa serie che con un ponte, unisce storie, paesi, e personaggi molto differenti tra loro.

 

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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