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Te l’aveva detto che tornava: Terminator

La saga di Terminator giunge al 31esimo anniversario con una inaspettato quinto capitolo, Genisys, che a quanto pare sembra un reboot della saga, dato che rivedremo Reese spedito nel passato a salvare Sarah Connor, madre del salvatore dell’umanità John, dal cyborg killer Terminator; sembra chiaro dal trailer che le cose divergeranno da quanto già visto (così come sembra chiaro che chi ha fatto la campagna marketing andrebbe frustato)

Una cosa è certa: se passano i decenni e frasi come ‘I’ll be back‘ restano immortali, se Terminator è divenuta una saga cult, il merito è largamente parte di Arnold Scwarzenegger.

Certo, anche James Cameron con la sua maestria, o i portentosi effetti speciali (T2 ha praticamente tirato una riga dal punto di vista tecnico) hanno fatto la loro grande parte, ma nel 1984 fu la scelta a dir poco azzeccata del nerboruto austriaco dall’accento roboso a creare un immaginario ancora vivo dopo trent’anni.

TERMINATOR – 1984. E’ nata una stella

t1jmIl primo capitolo, dove un budget ridotto ma sfruttato al meglio supporta una storia entusiasmante: Arnie è un cyborg, grosso come un armadio (niente effetti speciali qui) mandato da un futuro distopico, fatto di macchine senzienti che hanno decimato l’umanità, a potare l’albero genealogico dei Connor, per evitare la nascita del capo della resistenza umana John; lotta per quest’ultimo Kyle Reese, che si ritorverà guardia del corpo della madre di John.

Il paradosso temporale è semplicemente pazzesco (non voglio neanche spoilerarlo, vale la pellicola) e tra capigliature e vestiti improbabili dell’epoca, non è difficile capire come sia un cult

T2 – IL GIORNO DEL GIUDIZIO. Come ti infrango la regola dei sequel

T2JM7 anni dopo (10 nel film), Cameron ha un budget a disposizione mostruoso per i tempi e Arnie è una superstar che può permettersi di puntare i piedi e imporre che il suo personaggio sia dei buoni: ne esce una variazione sul tema davvero notevole, e una pellicola che tecnicamente ha dato il la alla compure grafica di livello ad Hollywood, con risultati notevoli anche a 20 anni di distanza (anche se qualche scena dove sono dei pupazzi a prender le botte la si trova..)

Un tripudio di frasi ad effetto, un villain passato alla storia e scene action seminali; moto, elicotteri, camion; winchester, lanciagranate, morte all’azoto liquido: T2 ha tutto.

T3: Rise of the machines. Arnie c’è.

t3jmT3 esce nel 2003, questo significa che, a 55 anni suonati, Arnold è ancora capace di portare sul grande schermo Terminator. Mai come in questo film è lui l’essenza della saga: Cameron è assente, vi sono buone scene di azione ma davvero nessun guizzo di sceneggiatura (T buon contro T cattivo, in gioco le chiappe dei Connor); gran bel vedere la T-X, ma davvero scelta del cast poco azzeccata per John e consorte. Peccato

Terminator Salvation. Next.

77a67325ed40704547d2e6d68bbc751b_1418101895_7202L’ultimo Terminator ad oggi è anche il più difficile di cui scrivere per il sottoscritto. Perchè? Perchè ha ottimi spunti, ma non mi è rimasto niente di esso.

Il giorno del giudizio è passato, le macchine stanno vincendo, e tra un J.Connor / Bale poco dimenticabile e un Reese adolescente fastidioso, restano scene action da ottovolante ma non memorabili, un’idea intrigante alla base dell’ultima evoluzione dei Terminator, e la comparsata in CGI di Arnold – T800 che, risultando agli occhi meno inquietante di com’era quello vero nel 1984, non fa altro che consacrare l’unione a filo diretto tra il Conan austriaco e una delle saghe sci-fi più famose di sempre.

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.