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Sunshine – 2007, Danny Boyle

Sunshine di Danny Boyle punta dritto al capolavoro, sbagliando la mira proprio al momento di sparare.

Un film di fantascienza dalle atmosfere potentissime, dove la trama di base sa di già visto, ma la somma di fotografia, messa in scena e una colonna sonora che tocca le giuste corde (Adagio in D Minor non potrà non mettervi i brividi) vi porteranno in uno spazio profondo e ostile, a interrogarvi del significato stesso dell’esistenza, come se anche voi faceste parte di quel manipolo di eroi provenienti da tutta l’umanità – ottimo il casting in tal senso – impegnati in

una missione suicida dal primo minuto: riaccendere il Sole, nostra stella morente, con un ordigno nucleare di dimensioni epiche.

Sunshine punta dritto al capolavoro, sbagliando la mira proprio al momento dello sparare.

Purtroppo nell’ultimo atto Boyle mina questo coinvolgimento totale dello spettatore introducendo una componete thriller quasi come un corpo estraneo: intrigante, sulle prime, ma presto il twist infastidisce, oltre a reggere faticosamente -ok la pazzia e l’orrore, ma parliamo di un ustionato grave-.

Davvero dispiace, perchè fino a quel momento ogni sfumatura dell’umanità mostrata era a suo modo fondamentale e potente, dal silente capitano Kaneda al cinico ma giusto Mace; e ancora il nostro stralunato fisico, per non parlare dei quesiti esistenziali dello psicologo di bordo, stregato dal Sole.

Una chicca: gli anni passano e forse non lo si associa più a quel personaggio, ma non è forse paradossale la fine della Torcia Umana?

 

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.