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Sto pensando di finirla qui

Che Charlie Kaufman non sia materia semplice è ben noto: lo sceneggiatore è la mente eccelsa dietro opere stranianti, stratificate, stravanganti come Se mi lasci ti cancelloEssere John Malkovich, Il ladro di orchidee. Per dire, in cui Kaufman è lo sceneggiatore di un film che vede come protagonista sè stesso e il suo gemello fittizio, ma comunque accreditato come co-sceneggiatore…

Sto pensando di finirla qui è un bel libro, di quelli che si divorano in una manciata di giorni: una coppia sta andando in viaggio dai genitori di lui; il flusso di parole tra i due e dei pensieri di lei è continuo e permeato da una crescente ansia, tensione anche per le cose più semplici; fino a che la sensazione costante che ci sia qualcosa che non quadra diventerà una atroce realtà.

Libro e film hanno molto in comune; entrambi gettano diversi indizi lungo lo sviluppo narrativo, pur se nella controparte filmica si parla in alcuni casi di una manciata di fotogrammi. E’ davvero complicato parlare di quest’opera senza fare spoiler importanti, ma possiamo dire che il viaggio dei due ragazzi sfocia nel weird pesante dal momento in cui si svolgerà la cena con i famosi genitori di lui. In questo passaggio la pellicola supera la carta: il cast azzeccatissimo nelle figure di Collette e Thewlis ci regala un tripudio di tic, smorfie inquietanti, per un pasto all’insegna del disagio.

Sto pensando di finirla qui diventa poi ben più profondo di una ragazza insicura del proprio rapporto, portando a un epilogo che avvicinerà la storia di questa coppia a quella apparentemente slegata del bidello della scuola.

Un epilogo più semplice ma anche meno poetico nel libro, dove viene esplicitato a chiare lettere il senso ultimo di questo viaggio.

Non è cosi semplice per Kaufman ovviamente.

Il film dopo LA cena parte per la tangente, chiedendo il massimo allo spettatore, ma dando altrettanto. Sarete ormai arrivati confusi e sfiaccati dalle lunghe digressioni dei due (nonchè dal minutaggio della pellicola), ma anche incuriositi da cosa state vedendo, dal dubbio se quel particolare, tirato là a caso, voglia dire qualcosa.

Spoiler: assolutamente si.

Kaufman attinge al ballo, il musical, persino l’animazione, facendoci girare la testa e mettendo in campo tematiche molto forti. L’accettazione e la percezione di sè e rispetto gli altri, la sfera femminile ma anche il concetto di genio e follia…davvero non si può dire altro.

Senza meno il film è una trasposizione eccellente ma che chiede tanto, forse troppo allo spettatore medio. non ho la macchina del tempo, ma è ovvio che la lettura del libro abbia impattato sulla mia visione del film.

Non è certo un film da godersi con in mano il telefonino. in cambio, Kaufman vi offre un viaggio a tratti orribile, emotivamente vasto, mai banale.

 

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.