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Splatter & violence: il cinema di Federico Tadolini

INTERVISTA AL REGISTA SPLATTER FEDERICO TADOLINI

Buongiorno Federico! Come, quando e con quali film è cominciata la tua passione per il cinema, in particolare per il cinema di genere horror e splatter?

A dirti la verità, la passione per l’horror è nata NON col cinema, ma con i fumetti, ovvero DYLAN DOG, SPLATTER e MOSTRI. Poi è venuto il cinema, col programma di ZIO TIBIA, visto di nascosto dai miei genitori. I primissimi film che ho visto sono stati: FRIGHT NIGHT di Tom Holland, UNICO INDIZIO LA LUNA PIENA, CHI E’ SEPOLTO IN QUELLA CASA?, LA CASA 2. Mentre invece il brivido e il fascino della paura l’ho scoperto con OPERA di Dario Argento, SHINING di Stanley Kubrick, ma soprattutto con L’ESORCISTA di William Friedkin. Pensa che mi sono pure ritrovato a collaborare con Paolo Di Orazio, il creatore di SPLATTER, che ha realizzato le locandine di EVISCERAL PLAGUE e IL COLLEZIONISTA, e le ha inserite anche nel suo libro BLACK & WHY? pubblicato dalla CUT UP editrice… Sarò anche nerd, però che soddisfazione!!!!

Hai anche studiato cinema?

Si, all’università di Pisa, anche se a dirti la verità in quel periodo ero più interessato alla videoarte e alla musica dark-new wave. In pochi lo sanno ma ho fatto proprio parte del movimento dark, ma poi ho capito che era il momento di cambiare aria… Comunque in tanti anni all’università di Pisa NON ho mai sentito nominare nemmeno per sbaglio i nomi di Mario Bava, Lucio Fulci, Dario Argento, gente che ha fatto la storia del nostro cinema di genere. C’erano solo Visconti, Rossellini, Pasolini, Fellini e la commedia all’italiana. Bah…contenti loro…comunque l’università mi è servita tantissimo ad avere un metodo di studio, avere un proprio punto di vista critico, ad argomentare e soprattutto a scrivere. Per l’aspetto cinema, ho fatto da solo, di pratico non insegnano niente.

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Prima di cominciare la tua carriera di regista sei stato, se non sbaglio, tra gli organizzatori di un paio di festivals di cinema…

Ho collaborato nel 2010 al festival di videoarte LOOKATFESTIVAL, finì in una clamorosa litigata finale, ma fu anche colpa mia perché anche io ho un bel carattere, e chi si avvicina urlandomi le cose in faccia, riceve sempre lo stesso trattamento. Poi nel 2012 ho collaborato per OPERAZIONE PAURA. Bell’esperienza, mi sono divertito tantissimo e ho conosciuto molte persone con cui sono rimasto in amicizia.

Nel 2012 arriva il tuo debutto alla regia, con il bel cortometraggio ORGIA DI SANGUE. Com’è stata la tua prima esperienza?

Addirittura bello? Ahahhahahahah… sai che ogni tanto lo riguardo e fa sempre il suo sporco lavoro? A parte gli scherzi, si vede chiaramente la totale inesperienza sia come regia, sia come gestione degli attori. In alcune parti mi sono accontentato, anzi ci siamo accontentati, visto che anche Nicola Clemente è il regista. Però dai, fu una bella esperienza, il corto quando l’ho fatto circolare è abbastanza piaciuto, poi l’ho messo online ed è stato subito censurato.

L’anno dopo firmi la tua seconda regia, IL COLLEZIONISTA…com’è nato il soggetto di questo corto?

Semplicemente da una brutta esperienza di salute, ho voluto mettere prima su carta e poi in video tutto il carico di pessimismo, negatività, ferocia e odio che avevo verso il mondo. E’ il cortometraggio a cui sono più legato e che reputo il migliore. Mi rappresentava in pieno in quel periodo, ogni tanto lo riguardo e dico “ma ero proprio così in quel periodo?”. Risposta: “si, in quel periodo ero veramente così cattivo, crudele e insensibile, ce l’avevo col mondo intero, un carico di negatività e sfiducia al limite del collasso emozionale”. Per fortuna posso dire con orgoglio che sono cambiato come persona, ora mi approccio col sorriso, sono ben quattro anni che ho intrapreso questo percorso che mi ha portato a cambiare molto come persona. Mi fa enormemente piacere che siano proprio le persone che mi gravitavano intorno a dirmi “ma cos’è successo? Non ti si riconosce più, sei una persona nuova “

Nel 2014 ecco VIDEO NASTY, segmento del film collettivo 17 A MEZZANOTTE di Davide Pesca…

Per 17 A MEZZANOTTE si trattava di realizzare un corto di sei minuti, prettamente horror e che ricordasse gli anni 80. Quindi ho realizzato VIDEO NASTY, che era molto anni 80. Ora Pesca ha cercato in ogni maniera di mettere tutti d’accordo, di tenere a bada ogni egocentrismo possibile, ma è un essere umano, più di tanto non poteva fare. Quindi c’è stato chi ha fatto quello che cazzo gli pareva, anche di consegnare un corto non horror e dimenticandosi di mettere i sottotitoli in inglese, che erano espressamente richiesti. Va beh, è stata una bella esperienza e con alcuni dei registi ho fatto pure amicizia. Siamo andati al FANTAFESTIVAL di Roma e pure in America. Hanno fatto anche un breve articolo su SPLATTER, quindi immaginati la mia felicità. Il film è sotto gli occhi di tutti, ha segmenti troppo diversi tra di loro, discontinui e realizzati con macchine diverse, cosa che si nota troppo. Non c’è un filo logico a collegare il tutto, però ripeto a qualcuno è piaciuto, ad altri no, fa tutto parte del gioco. Quello che non mi è piaciuto è che non siamo riusciti a costruire una squadra. Quando arrivavano le recensioni ognuno si copiava sulla sua pagina fb il commento riguardo il suo segmento .

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Dopo EVISCERAL PLAGUE, altro prodotto genuinamente splatter, cambi un po’ registro, dirigendo un giallo, GUANTI NERI, tratto dall’omonimo racconto di Roberto Ricci…

EVISCERAL PLAGUE non lo definirei come un vero e proprio splatter, è una sorta di mio omaggio al sottogenere dello slasher, dove prendo in giro tutti i clichè del genere, e soprattutto ad Herschell Gordon Lewis. Contiene parecchia violenza, ma anche ironia. Alcuni l’hanno capita, altri si sono fossilizzati solo sulla violenza, mettendomi anche un simpatico soprannome come “Dr. Gore”. Comunque, per farvi fare due risate, recentemente sono stato ospite al TO-HORROR 2016, e il festival è stato dedicato proprio a Herschell Gordon LewisGUANTI NERI è tratto da un racconto di Roberto Ricci, persona squisita, di un’educazione e di una gentilezza fuori dal tempo, un vero e proprio signore a cui voglio veramente bene. Mi propose questo cortometraggio (con un budget stabilito da entrambe le parti) e scrivemmo la sceneggiatura a 4 mani, senza mai litigare, nemmeno per scherzo, ma comportandoci da persone adulte, in modo da garantire al film la sua dignità. Cambio registro? Beh, direi che il giallo è nelle mie corde, altrimenti non avrei mai accettato.

Il 2015 è l’anno di GORE CHRISTMAS, un altro gustoso cortometraggio ad alto tasso di emoglobina!

GORE CHRISTMAS è un film che sinceramente amo pochissimo, per tutto quello che successe all’interno del set, con i suoi rimandi…c’è anche a chi è piaciuto, bah…può funzionare come semplice splatter da intrattenimento, ma per il resto non funziona minimamente. Infatti l’ho caricato immediatamente online, non l’ho mai fatto girare per nessunissimo festival, perché sinceramente è un prodotto che NON merita e di cui non sono soddisfatto. Ovviamente è solamente per colpa mia, un regista che non si assume le proprie responsabilità NON è un regista. La cosa buffa è che proprio durante la realizzazione del primo giorno di riprese ricevetti una telefonata in cui mi si diceva che il racconto da cui avevo preso spunto per il film sarebbe stato pubblicato.

Come tutti sanno, oltre ad essere regista sei anche uno scrittore, naturalmente di racconti horror. Puoi spiegarci come avviene il “parto” creativo di un soggetto o di un racconto?

Mi dovessi limitare all’horror, guarda, avrei quasi vergogna, non mi considererei uno scrittore. Senza voler stare a individuare i codici dei generi, ti posso dire che MEMORIE DI UN TORTURATORE, che è il primo racconto che mi pubblicarono, è una storia di vendetta. C’è molta violenza, ma se basta questo per dire che è horror, allora anche ARANCIA MECCANICA è un horror. Comunque il genere dove mi trovo più a mio agio è lo splatterpunk, un sottogenere feroce, brutale che indaga dentro l’animo dell’essere umano e ne tira fuori sempre il marcio, colpendo lo spettatore al basso ventre. A volte associo questo genere ad una delle mie primissime passioni ovvero la body art, oggetti metallici che si insediano sotto la pelle. Ho avuto molte più soddisfazioni come scrittore che come regista, e te ne posso citare due (senza nulla togliere alle altre pubblicazioni che sono sempre delle grandi soddisfazioni), ovvero BODY COUNT inserita nell’antologia della Dunwich, MORTE A 666 GIRI dove ho dato il mio omaggio al RE Elvis Presley e l’antologia STRISCIANO SULL’ASFALTO, dove sono presente col racconto PIG MOOD BLUES. L’antologia è stata curata da Stefano Rossi, che ringrazierò sempre per avermi dato questa opportunità. Il racconto può nascere in tante maniere diverse, può nascere da quello che vedo intorno a me, da un’esperienza che poi romanzerò, oppure anche da una singola persona. Ti posso dire che quest’estate ho conosciuto Nicole, una persona completamente estranea al settore indie, per me è molto importante ascoltare i suoi consigli e i suoi pareri, e almeno una volta mi ha fatto capire che stavo sbagliando direzione per un racconto che ha partecipato ad un concorso (non si sanno ancora i risultati, ma in ogni caso per me è sempre una cosa positiva). Non gliel’ho mai detta questa cosa, magari un giorno lo verrà a sapere oppure se ne accorgerà da sola leggendo questa intervista.

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Quali sono i film horror italiani degli ultimi 5 anni che hai apprezzato maggiormente?

Ce ne sono diversi: ACROSS THE RIVER  di Lorenzo Bianchini, MORITURIS di Raffaele Picchio, una mosca bianca all’interno del cinema indie italiano, ovvero regista capace, grandissima persona, sincera e umile come pochi altri. Poi tutta la produzione di Domiziano Cristopharo che reputo il miglior regista italiano, THE PERFECT HUSBAND di Lucas Pavetto, ma anche BLOODLINE di Edo Tagliavini è veramente divertente. Vorrei citare anche il film CREEPY TALES OF PIZZA AND GORE di Lorenzo Fassina, è un film ad episodi con tutti i difetti del caso e l’inesperienza ma guarda, io ti giuro, era parecchio che non mi divertivo così tanto nel guardare un film italiano, e quindi mi va di citarlo. Per non parlare poi di NAFTALINA di Ricky Caruso. Insomma i film in Italia, si fanno, guardateli, comprateli cazzo!!!! Il sottobosco indie è fatto anche di cortometraggi, e mi va di citare MIRACOLO VENETO di Raffaele Pastrello, non perché sia quello fatto meglio, ma è quello realizzato con zero soldi e tantissimo cervello. Adoro quei film che in un primo momento non mi dicono quasi niente, ma che a fine visione mi rimangono in mente, mi portano a riflettere e avvertire quella sensazione di essermi perso qualcosa per strada, di non capire quella determinata cosa. MIRACOLO VENETO mi ha fatto questa impressione, poi Pastrello è una delle persone più vere, umili, presenti nella scena, quindi tanto di cappello. Un altro regista che mi va di citare è Davide Scovazzo: intanto è una persona seria, che crede veramente in quello che fa, quindi complimenti, ma poi realizza dei cortometraggi con una malinconia, una tristezza che quando li guardo mi fanno quasi commuovere. Lui mi chiama simpaticamente “il massacratore”, però anche il massacratore ha dei sentimenti. Altri cortometraggi veramente straordinari sono PERDITA DI FIATO, sempre di Edo Tagliavini, e  MORGUE STREET di Alberto Viavattene, contenuti nel film collettivo P.O.E. 2. Per il resto vedo tanti lungometraggi che non sono lungometraggi, ovvero che funzionerebbero come cortometraggi, ma vengono tirati per le lunghe tanto per dire “io ho fatto un lungometraggio”. In ogni caso, manca sempre un pezzo, un finale tirato via, personaggi tagliati con l’accetta, ecc…  Apprezzo tantissimo quelle persone che vivono costantemente inseguendo i propri sogni, i propri obiettivi, dei veri e propri gladiatori che si scontrano sempre contro l’inutilità del sistema italiano, contro la burocrazia e contro la logica dei leccaculo. A tal proposito mi preme ringraziare una persona che ha voluto darmi fiducia ma che per svariati motivi che non sto ad elencare non sono riuscito a ricambiare, ovvero Michael Seagal. Lui sarebbe comunque da prendere come esempio, lotta, si sbatte contro i mulini a vento, si piega e poi riparte con tutti i suoi mille progetti fatti appunto in ita(g)lia. Sono appassionato di sport e mi fa venire in mente quei pugili che partono sempre sfavoriti, incassano pugni a ripetizione, e poi puntualmente sganciano “il montante pulito” e vincono per k.o. tecnico. Anche l’editoria e il mondo del fumetto sono in piena crisi…mi va di citare 2 fumetti che premierei per il coraggio di sfidare la logica del commercio e la crisi imperante nel settore. Ovvero quei pazzi di SPLATTER e in particolare Paolo Di Orazio, che si sono riaffacciati dopo tantissimi anni sulla scena col fumetto horror per eccellenza, ma che NON sono stati capiti, imprigionati dalla pigrizia di un pubblico che non ha voluto capire l’importanza della cosa, e che non se l’è sentita di pagare 4.90 euro ogni 2 mesi… L’altro caso è quello della edizioni INKIOSTRO di Rossano Piccioni, che oltre ai loro 100 progetti si sono affacciati sul mercato con CANNIBAL FAMILY, ovvero tutto quello che è contro la logica del commercio: cannibalismo, stupri, violenza sparata a mille. E vendono anche tantissime copie.

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Stai preparando un nuovo corto?

Come dicevo precedentemente, avrei dovuto fare BLOODCORN, era già tutto scritto, tutto fatto, ma un uragano ha spazzato via la location dove avrei voluto girarlo, oltre a tutta una serie di circostanze poco felici presenti in casa mia che non voglio elencare, ma che ho detto solamente a Seagal. Avrei potuto cercare qualcosa di diverso, però quello fu un periodo che mi portò a riflettere e capire che NON era il momento giusto, che dovevo aspettare, fare più pratica e conoscere ancora meglio le cose, non volevo fare un totale sbattimento come per GORE CHRISTMAS e poi non essere soddisfatto del lavoro. Avevo anche trovato un piccolo budget esterno, ma ho preferito restituire i soldi al mittente piuttosto che tirare via la cosa, tanto per vantarmi di essere stato prodotto da terzi. Il 2017 spero che sia il mio ritorno a fare cinema, la sceneggiatura è già stato scritta, ma tra impegni extra e soprattutto quelli inerenti la letteratura, è veramente difficile. Ti posso dire che sarà un horror in stile “grindhouse” con parecchio sangue, ma anche ironia.

Hai mai pensato seriamente alla realizzazione di un lungometraggio, magari partendo da qualche tuo racconto?

Non prendiamoci per il culo, per fare un lungometraggio servono i soldi, gli effetti speciali vanno sempre pagati e costano se vuoi qualcosa di fatto bene, così tutto il resto. Se mi sento di fare il grande passo e di investirci i miei risparmi? NO. perché in Italia è quasi impossibile raggiungere i propri obiettivi, guardati intorno e cosa vedi? Vedi che i film spesso, quasi sempre vengono prima distribuiti all’estero e poi arrivano da noi dopo anni ed anni, magari senza essere nemmeno considerati. Cristopharo è riuscito a realizzare con mille euro un capolavoro come RED KROKODYL, ma appunto Cristopharo è Cristopharo. Concludo dicendo che purtroppo ancora nel 2016, c’è ancora chi pensa che realizzare film horror, scrivere racconti violenti sia frutto di una mente malata. Quando incontro persone che prima non conoscevo ai festivals del settore, alcuni mi si avvicinano titubanti, quasi impauriti, altri non mi riconoscono e mi dicono “ma lo sai che ti immaginavo diversamente? Eppure ridi…”. la creatività, almeno nel mio caso, è una cosa completamente scollegata dalla vita reale. Mi piace ridere, stare bene, uscire di casa e divertirmi. Le paranoie le lascio tranquillamente agli altri. Ovviamente ringrazio tutti quelli che mi hanno dato fiducia e in particolar modo tutte le persone che hanno collaborato con me, andando incontro a ore ed ore di riprese e spargimenti di sangue vario… Grazie mille per la disponibilità e per l’interesse verso quello che faccio e soprattutto grazie per non avermi fatto domande scollegate da quello che produco, indagando sulla mia vita privata. Le interviste–gossip sono sempre rispedite al mittente.