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Spenser Confidential – La Recensione

Adattamento cinematografico del romanzo del 2013 Wonderland scritto da Ace Atkins, Spenser Confidential ha come protagonista un ex pugile e poliziotto di South Boston, personaggio creato negli anni ’70 dallo scrittore Robert B. Parker.

Il rude detective ha già avuto il volto di Robert Urich in una serie televisiva di successo andata in onda dal 1985 al 1988 che si intitolava Spenser: For Hire.

A farne una versione 2.0 ci pensano il regista Peter Berg e Mark Wahlberg giunti alla loro quinta collaborazione dopo il filone eroico/patriottico messo in scena con Lone Survivor, Deepwater Horizon, Boston – Caccia all’uomo e Red Zone – 22 miglia di fuoco.

Spenser (Wahlberg) è da poco uscito di prigione dopo aver scontato una pena detentiva di 5 anni per aver menato il suo capo corrotto e violento. L’uomo è deciso nel voler cambiare aria e rifarsi una vita in Arizona. Ma Boston non è una città tanto facile da lasciarsi alle spalle. Ci pensa prima Herny (Alan Arkin), suo vecchio allenatore di boxe e suo mentore, chiedendogli di restare per aiutare Hawk (Winston Duke) un promettente dilettante. Quindi la sua ex Cissy (Iliza Shlesinger) una dog sitter completamente fuori di desta. Ma soprattutto una gruppo di malavitosi locali che vanno in giro con i machete e hanno legami con la polizia corrotta di Southie.

Scanzonato buddy movie, Spenser Confidential intrattiene e diverte lo spettatore con un mix di comicità e azione molto nineties.

Non a caso alla sceneggiatura ritroviamo una vecchia conoscenza: Brian Helgeland già creatore di film come L.A. Confidential, Mystic River, Il destino di un cavaliere e Man on Fire.

Tra cadaveri, scazzottate, belle auto e qualche trovata slapstick (Spenser addentato dal cane, con tanto di citazione al video Stop the Rock degli Apollo 440), la storia scorre molto leggera, senza sorprese, scossoni e/o twist narrativi degni di nota. Lo scopo degli autori si dichiara infatti dopo una 20ina di minuti: intrattenere. Nella pellicola del veterano Berg (a 22 anni da quel folgorante esordio che fu Cose molto cattive) tutto funziona come un orologio, un meccanismo perfettamente oliato.

Semmai il problema di questo film va ricercato nella mancanza di approfondimenti psicologici e spunti stilistici. Forse è proprio per questo che l’effetto déjà vu è una costante dell’intera pellicola.

Ma se siete alla ricerca di 111 minuti di totale distrazione Spenser Confidential è il film che fa per voi.

P.s. curioso il piccolo ruolo affidato al musicista Post Malone.