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Speciale HUGMENTED – Intelligenza Artificiale

intelligenza artificiale

Riportiamo l’intervento completo del Dr. Gabe su HUGMENTED, grandioso podcast specializzato in fantascienza, nell’episodio dedicato alle AI

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Avrei piacere di entrare un pò lateralmente sull’argomento AI, partendo da un mezzo diverso dalla pellicola: non so quanti di voi conoscono Micio Kakù, fisico teorico e accanito divulgatore scientifico, impegnato in radio, libri, programmi televisivi.
In uno dei suoi libri, Fisica del futuro (Amazon),  vengono affrontati diversi progressi scientifici che da qui al 2100 cambieranno totalmente la nostra vita, almeno secondo previsioni realistiche di Kakù e di diversi suoi colleghi raccolte in tutto il mondo.

intelligenza artificialeUn intero capitolo di Fisica del futuro è dedicato alle AI, proponendone l’evoluzione da qui al 2100.
In tale evoluzione, il vero step che porterà dal passaggio ad elaborate macchine di ausilio alle attività umane a esseri senzienti sarà il reverse engineering del cervello umano e l’interpretazione della (sconfinata) mole di dati conseguenti.
Ed è qui che ci riallacciamo al nostro amato cinema: la creazione di un robot con caratteristiche umane cosa comporterà? E di pari passo, la raggiunta della singolarità tecnologica, per cui un giorno un’intelligenza artificiale sarà a noi superiore e incomprensibile, come impatterà sulla civiltà umana?

A questa domanda Il cinema risponde nella quasi totalità con scenari apocalittici! Gli esempi sono innumerevoli:
-Terminator: skynet, il primo pensiero formulato come entità cosciente è stato lo sterminio dell’umanità,  come atto necessario per la sua sopravvivenza
-Matrix: gli uomini sono vivi in quanto fonte energetica delle macchine, costretti in schiavitù senza neanche saperlo
-2001 Odissea dello spazio: Hal 9000 arriva ad uccidere i suoi colleghi umani per salvaguardare la riuscita della missione

La situazione solitamente non è migliore in presenza di precise leggi stabilite a priori da noi umani, le leggi della robotica: 1) non danneggiare l’uomo, 2) obbedire all’uomo, 3) salvaguardare la propria esistenza nel rispetto della 1 e la 2……
Anche qui, in Io,robot la prima regola viene paradossalmente infranta per rispettare essa stessa, in quanto la vita di alcuni umani e la nostra stessa libertà sono spendibili per la pace dell’umanità intera.
Un’interessante variazione sul tema la porta Automata, dove le tre leggi diventano due: 1) non recare danno ad altre forme di firma 2) non modificare se stesso o altri. Questo perché, fintanto che la natura dell’intelligenza artificiale è immutabile, essa può ancora dipendere, essere al livello di quella del creatore, anziché superarci esponenzialmente.

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Ebbene, mentre il cinema ha le idee abbastanza chiare su come la tecnologia in qualche modo ci supererà per poi soggiogarci, il fisico giapponese argomenta come alcune cose siano assolutamente realistiche, altre decisamente meno:

La coscienza, un processo che ha impiegato milioni di anni nella nostra specie, impiegherebbe decenni per svilupparsi nella nostra ‘progenie robotica’, dandoci il tempo di ingegnerizzare un’intelligenza artificiale con numerosi sistemi di sicurezza da attivare in caso di anomalie. Questo scenario si avvicina molto alle leggi della robotic dai Asimov, ma anziché imporre leggi robotica, potremo progettare IA la cui unica aspirazione sia il benessere dell’umanità.
Non dimentichiamo inoltre che una macchina potrebbe diventare capace di copiare se stessa con più memoria e potenza di calcolo, ma questo la renderebbe più veloce, non più intelligente.

Se aggiungiamo a questo che, mentre l’hardware si sviluppa esponenzialmente, basato su processi tecnologici, il software ha alla base righe di codice, e ancora più in profondità, la mano umana e la nostra mente. L’evoluzione è fatta anche di colpi di genio, imprevedibili, in mezzo a lunghi periodi di nulla. E’ quindi improbabile che un giorno d’improvviso la tecnologia ci assalga, scavalcandoci dalla testa della catena evolutiva.

L’evoluzione è fatta anche di colpi di genio, imprevedibili, in mezzo a lunghi periodi di nulla.

Vi è poi una ulteriore possibilità. Anzichè crescere esistenze al silicio, potremo potenziare le nostre stesse vite: oggi, gli arti robotizzati alla Star Wars, o la retina artificiale vista nel nostrano Nirvana non sono più fantascienza. Oggi, quello che è l’avanguardia nel campo della medicina, una cura per pazienti, domani diventerà la chiave per il superamento dei nostri limiti di carne e ossa.

Ma forse sto andando off-topic: vorrei quindi terminare consigliando a tutti la visione sul portale TED, un intervento in cui vediamo un’applicazione romantica del test di Turing, recentemente al cinema come elemento motore dell’ottimo sci-fi Ex Machina. In questo intervento, si vede il quesito da un’altra, interessante prospettiva: ci preoccupiamo della possibilità che l’uomo venga soggiogato dalle macchine, mentre, forse, dovremmo soffermarci su cosa significa essere uomo, dato che la nostra progenie al silicio rispecchierà l’idea di umanità che gli trasmetteremo.