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Speciale Fino all’Inferno Parte 1 – Make up, Fotografia, Effetti visivi, Aiuto Regia

ALEX D’ANTONA (AIUTO REGISTA)

Alex D’Antona

1) Come sei entrato a far parte del film ?

Anche se fratello del regista, che certamente mi ha permesso di avere un contatto diretto, devo però dire che il mio ingresso nella L/D Production è stato graduale, dato che solo con The Wicked
Gift la produzione, dopo vari anni di esperienza maturata per mio conto con cortometraggi e spot, dopo aver valutato il mio curriculum, ha voluto mettermi alla prova.
Fortunatamente tutta la troupe è rimasta soddisfatta del lavoro svolto, accettando, quindi, la mia candidatura per l’aiuto regia di Fino all’Inferno (Road to Hell) e l’ingresso ufficiale come membro effettivo della L/D Production.
Lo definirei, dunque, un percorso meritocratico.

2) Parlaci di quello che è stato il tuo lavoro all’interno del progetto.

Essendo cresciuto a pane e cinema, proprio come mio fratello Roberto, e condividendo con lui molti gusti di stile registico, non potevo non essere che il suo aiuto-regia.
Non appena Roberto terminava di spiegarmi nel dettaglio la visione di ogni singola scena, io ero pronto, con una sana tensione, a gestire le diverse inquadrature cercando di soddisfare il suo immaginario.
Si è creata poi quella giusta sintonia che mi permetteva di aiutarlo a tenere viva la sua creatività in giorni di forte stress dovuto ai tempi strettissimi e al meteo non sempre clemente.

3) Cos’è che maggiormente ti è piaciuto del tuo lavoro?

Come per ogni membro della mia famiglia, il cinema è sempre stato un sogno e una meta da raggiungere.
Perciò del mio lavoro ho amato e amo tutto, dal mettermi in gioco dietro la camera all’essere un semplice figurante.
Figuratavi poi quando tutto questo lo vivi con una fantastica
squadra chiamata L/D Production.

4) Il compito più difficile che hai dovuto svolgere?

Se c’è una cosa che ha sempre differenziato la mia cultura cinematografica da quella di Roberto, questa è la passione per i film action, perché mentre lui li ama follemente (è un fan indiscusso di Jet Li), io li ho sempre detestati, boicottandoli o guardandoli – se costretto – con interesse zero.
Quindi, quando mi sono ritrovato a dover girare in veste di operatore, alcune scene di azione all’interno di questo film, non nego di avere avuto serie difficoltà, non mi sentivo all’altezza.
Ma, fortunatamente, avere Roberto come regista è stato di grande aiuto, dandomi le giuste direttive e guidandomi nei
movimenti, riuscendo, infine, a svolgere un lavoro che lo ha decisamente soddisfatto.

5) Com’è stato lavorare con il regista Roberto D’Antona e con tutto il resto del cast ed i vari reparti che hanno permesso la realizzazione del film?

Roberto D’Antona è un regista che vive il suo ruolo professionalmente, mettendo da parte ogni legame affettivo o di parentela nel luogo di lavoro, che tu possa essere suo fratello, sua madre, la sua compagna, il suo migliore amico, non gli importa, perché il lavoro è lavoro e va svolto alla perfezione, come lui immagina.
Quindi è giustamente severo quando serve, così come scherzoso e affettuoso quando c’è da esserlo.
Ma, ovviamente, una persona, per quanto professionale possa essere, non può riuscire nei suoi scopi se non è circondata dal giusto team e il nostro è, permettetemi di dirlo, il miglior team di lavoro che si possa avere. Siamo una vera e propria famiglia e, quando l’ambiente di lavoro è armonioso, di conseguenza anche il prodotto ne beneficia.

6) Quali sono le tue aspettative per Fino All’Inferno?

Fino all’Inferno è una vera e propria esperienza, un progetto tanto ambizioso da poter aiutare il cinema italiano ad aggiungere varietà nei suoi generi, ormai standardizzati.
Per questo ho alte aspettative per questo film.
Il cinema nostrano necessita di prodotti del genere.

7) Un ricordo o un episodio particolare accaduto durante la lavorazione del film.

A questa domanda preferirei rispondere con l’episodio registico più esilarante di questa esperienza.
Una situazione talmente assurda da sembrare quasi irrealistica. La ripresa nel bagno all’interno del camper.
In pratica in uno spazio di un metro per un metro con all’interno un wc e doccia, dovendo l’attore Francesco Emulo recitare e il regista manovrare la camera, io, che seguivo le inquadrature sullo schermo, e il fonico (Aurora Rochez) eravamo totalmente incastrati nella doccia come due tasselli del tetris.
Un’esperienza al limite del ridicolo.

8) Contento di aver fatto parte di questo progetto?

Essere contento di aver preso parte a questa esperienza di vita chiamata Fino all’Inferno (non è un ironico paradosso) è un termine decisamente riduttivo, che non spiega la gioia che provo.
Aggiungo però che ne sono anche onorato dato il fine ambizioso del progetto, che è quello di portare una scossa di positività nel nostro ambiente cinematografico. Sono certo che ci riuscirà.