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Scusate se esisto!

Serena Bruno è originaria di un paesino abruzzese ed è laureata con il massimo dei voti. Decide di tornare in Italia presa dalla nostalgia anche se a Londra ha un lavoro all’altezza della sua grande preparazione. Come volevasi dimostrare nella capitale romana è costretta ad avere lavori precari: dall’arredatrice presso il Paradiso della cameretta alla designer di cappelle funerarie per ricchi cafoni fino alla cameriera in un ristorante di lusso dove trova come boss Francesco, un uomo sexy che fa innamorare Serena per i suoi modi dolci… Peccato che lui sia omosessuale! Le situazioni evolveranno, soprattutto in ambiente di lavoro.

“Scusate se esisto!” è una commedia amara sulla condizione italiana di oggi. In poco meno di cento minuti vengono affrontati temi importanti con simpatia e mai con banalità. Quello più visibile è la condizione di lavoro della donna di oggi che è costretta a fare da spalla e serva a un boss ignorante. Non vengono mai prese sul serio! Non troviamo questa situazione solo nel personaggio della protagonista Serena, che suda quattro camice per avere un lavoro all’altezza del suo cervello, ma anche in quello di Michela, donna che porta il caffè al suo capo da trenta anni e che gli suggerisce tutto alle riunioni. Una donna piegata all’uomo per paura di perdere soldi e lavoro.

In questo film ogni persona indossa una maschera! C’è chi è costretto a farlo e chi lo fa per paura di giudizi esterni. Quest’ultimo è il caso di Francesco, omosessuale che ha paura di dire al proprio figlio la sua inclinazione sessuale. Non risponde neanche al clichè del gay medio che viene propinato in ogni commedia italiana!

Se il film inizia in quarta e ha una prima metà molto bella che combina gag comiche e denuncia sociale, nella seconda parte perde in uno svolgimento molto prevedibile e improbabile all’insegna dei buonissimi sentimenti.

Certi argomenti potevano essere approfonditi un pò di più come quello dell’omosessualità, ma è anche ovvio che non è questo il punto focale della storia. Già ci si accontenta che per una volta non viene rappresentato il gay sopra le righe tutto tacchi e paillettes!

I protagonisti colpiscono perché sono prima di tutto realistici, due persone che sono viste un gradino sotto al cittadino medio nella società odierna: la donna e l’omosessuale.
Paola Cortellesi è ottima, come sempre, passando con estrema credibilità dalla commedia al dramma mentre Raoul Bova regala a Francesco non solo la sensualità e il fisico da divinità greca, ma anche la dolcezza, gentilezza, simpatia. Il 43enne interpreta con maturità un ruolo caduto troppe volte nel luogo comune.

Non sono da meno i comprimari con una bravissima Lunetta Savino e un Ennio Fantastichini che sta diventando un pò prigioniero del personaggio ignorante. Marco Bocci non stona in tutto questo anche se interpreta il gay sopra le righe.

Per una volta troviamo una sceneggiatura molto valida sulle spalle che ha qualcosa da dire. Una commedia intelligente che diverte e fa riflettere anche se perde smalto nella seconda parte. Sicuramente da vedere!

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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!