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Sci-fi con Huisman e Palmer. 2:22 – Il destino è già scritto

Uno sci-fi bello per gli occhi grazie a un'attenta fotografia, ma perde punti per la sceneggiatura a tratti confusa e poco pregnante.

Michiel Huisman (sì, proprio il Daario Naharis del Trono di Spade) ha recitato in un thriller fantascientifico che ricalca le orme di Number 23 (qui il trailer in italiano), il cui protagonista è ossessionato dalle coincidenze legate al numero 23.

La trama

Dylan Branson (Michiel Huisman) è un controllore di traffico aereo, tanto bravo nel suo lavoro quanto geniale nell’individuare i patterns dei voli, cioè schemi ricorrenti che gli consentono di pre-vedere le direzioni degli aeroplani.

Tuttavia non sempre Dylan è così fortunato: un giorno, alle 2:22, si distrae osservando un pattern e rischia dunque di causare un grave incidente aereo. Sospeso dal servizio, inizia a notare degli elementi che si ripetono in continuazione: una goccia, un insetto morto, un aereo sulla sua testa e così via fino ad arrivare alle 2:22 in punto, quando un omicidio avviene, ogni giorno, alla stazione newyorkese di Grand Central.

Il protagonista nel frattempo conosce Sarah (Teresa Palmer), una bella e dolce curatrice di mostre, di cui si innamora.

L’incontro tra Dylan e Sarah, interpretata dalla brava e affascinante Teresa Palmer

Dylan, sempre più sorpreso dagli strani eventi che gli occorrono, inizia ad indagare. Troppe sono le coincidenze e troppi i casi inspiegabili. Un esempio su tutti? Jonas, ex fidanzato di Sarah e artista di cui lei sta allestendo la mostra, crea un ologramma che riproduce in toto le visioni di Dylan. Davvero Jonas è in grado di notare gli stessi elementi ricorrenti del protagonista? O sta forse spiando la nuova fiamma di Sarah?

Il film si dipana nelle elucubrazioni del personaggio principale, un po’ preso per pazzo dalla stessa Sarah, un po’ messo all’angolo dal geloso ex di lei.

Dylan (Michiel Huisman) alle prese con i propri ragionamenti
Risolveremo il mistero?

Fenomeni astronomici e indagini sul passato vengono mescolati per giungere alla verità. Si scopre così che Dylan è in realtà la reincarnazione di Jake Redmond, un uomo vissuto trent’anni prima di cui il protagonista rivive le esperienze. Anche Sarah e Jonas presentano le medesime caratteristiche delle persone in cui si sono reincarnati e ne ricalcano il destino di amore, gelosia e morte.

La nostra critica

Un film che parte benissimo – la parte più interessante è proprio quella iniziale, con tanto di “dietro le quinte” degli aeroporti –, per poi perdersi nelle intricate fila di un lungometraggio che vuole mettere troppa carne al fuoco. La sceneggiatura si concentra infatti sulla scoperta del passato di Dylan-Jake e compagni, a discapito dell’accenno alle costellazioni, che vengono trattate solo di scorcio e di cui non si sente la necessità per lo sviluppo della trama.

Merita invece la fotografia, con ottime composizioni, efficaci effetti speciali e azzeccati contrasti di luci/ombre. Memorabile in particolare lo spettacolo di balletto aereo durante il quale Dylan e Sarah si conoscono: da solo meriterebbe la visione del film!

Il regista australiano Paul Currie sa quel che fa e crea immagini di grande effetto. Gli attori cercano di alzare come possono il livello di un lungometraggio dalle grandissime potenzialità ma ideato male già a livello di script. Certo una visione piacevole e a tratti persino intrigante, ma nulla di indimenticabile.

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Quando avevo sei anni e la maestra mi fece la classica domanda: "E tu, da grande, cosa vuoi fare?", la mia risposta fu, con tutto l'entusiasmo che avevo in me, "cinema, ovviamente!". Due minuti dopo scoprii, con mia grande delusione, che "cinema" non veniva considerato dagli adulti qualcosa che io potessi fare. E nemmeno un hobby troppo serio, a dirla tutta. Proprio per dimostrare il contrario (o forse per confortare la tesi della non serietà?) oggi sono qui, a scrivere per JAMovie. Che film prediligo? Non disdegno nulla, ma in particolare sono quella che scrive di film sconosciuti a tutti, a volte persino ai registi stessi, che pensavano di aver girato una pubblicità di biscotti e invece io ritrovo nel loro lavoro una riflessione sull'unità familiare nel meraviglioso momento del risveglio del XXI secolo. Le pubblicità, però, le lascio volentieri a qualcun altro. Qui mi occupo di film outsider, recensioni e approfondimenti. Tutti per voi!