Home Speciale FESTIVAL Roma 14 – “La Vacanza”: l’opera seconda di Enrico Iannaccone

Roma 14 – “La Vacanza”: l’opera seconda di Enrico Iannaccone

Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019: Panorama Italia – Alice nella città, il film La Vacanza del giovane regista napoletano Enrico Iannaccone, si avvale di un cast d’eccezione.

A dar vita ai suoi personaggi ci sono infatti: Catherine Spaak, Antonio Folletto, Carla Signoris, Veruschka, Luca Biagini, Luca Saccoia, Marco Cavalli. La storia narra un’improbabile amicizia tra il giovane trentenne Valerio, autolesionista barman in una grigia località marittima e l’anziana Carla, una donna ancora bellissima, ex magistrato che pur iniziando a manifestare i primi sintomi di Alzheimer ha ancora una travolgente voglia di vivere. Entrambi i personaggi sono legati ad una misteriosa donna di nome Anneke. Un lontano passato politico, incombe su Carla e Anneke. La pellicola, anche se con informazioni frammentarie, lascia intuire la voglia delle due donne di chiudere quel capitolo della loro vita.

Il film lamenta molte ingenuità in fase di scrittura con personaggi appena accennati e completamente inutili alla narrazione.

I dialoghi pomposi ed eccessivamente enfatici, come a voler rivelare qualche senso ultimo dell’universo, non aiutano la recitazione sempre in overacting da parte di tutto il cast. Se Carla Signoris è l’unica a riuscire nell’arduo tentativo di essere sobria e composta, non si può dire del resto degli attori. Non si salva neanche il pur bravo Antonio Folletto.

Il film si propone di essere un omaggio all’âge d’or del cinema italiano e alla bellezza senza tempo di Catherine Spaak.

Il regista scomoda il Cristo morto del Mantegna come aveva già fatto 47 anni or sono Pasolini in Mamma Roma e ricrea le atmosfere de L’avventura di Antonioni.

Tutto per dirci quanto siano nobili le sue intenzioni. Quanto colto sia il suo cinema, i suoi eroi e i suoi riferimenti cinematografici. Citazioni che testimoniano una buona interpretazione estetica dell’opera, coadiuvata dalla fotografia di Gianluca Palma e dallo straordinario lavoro scenografico di Antonella Di Martino. Il resto purtroppo è sterile, derivativo ed eccessivamente senile per un talento così giovane e promettente.