Home Speciale FESTIVAL Roma 14 – La Belle Epoque

Roma 14 – La Belle Epoque

Direttamente dalla Francia,  Nicolas Bedos e la sua Belle Epoque, danno al festival del cinema di Roma quel tocco di nostalgia e raffinatezza che genera sempre emozioni.
Un viaggio nei ricordi e nel tempo, una messa in scena che, con il sorriso sulle labbra, rinvigorisce lo spirito dello spettatore.

Victor e Marianne sono una coppia sposata e agli antipodi.
Uomo all’antica lui, che preferisce rifugiarsi nelle certezze del passato, donna al passo coi i tempi lei, psicanalista alla continua ricerca di stimoli. In seguito all’ennesimo litigio, marito e moglie si separano.
Senza più un faro a guidare la propria vita, l’uomo accetta l’invito di Antoine, un imprenditore che grazie a comparse, set e trucchi di scena, può ridare vita ai ricordi di una persona.
Victor, senza esitazione, decide di rivivere il 16 Maggio 1974, giorno in cui, in un elegante bar di Lione, aveva incontrato Marianne, l’amore della sua vita.
A interpretare la donna, Margot, attrice e amante di Antoine, con il quale condivide un amore passionale che fatica a trovare una stabilità che non siano tradimenti e litigi. Questa scelta, darà vita a un delicato e intenso percorso nei ricordi.

L’opera, scritta e diretta da Bedos, è stata un’emozionante rivelazione durante questo festival.
Un viaggio nel tempo e soprattutto nel ricordo di quei sentimenti che sembrava impossibile poter provare ancora, perché forse cristallizzati in un solo unico momento. Bados riesce a riportarli in vita, attraverso il delicato meccanismo del meta-testo.
La Belle Epoque racconta la finzione nella finzione, senza risultare eccessivamente pesante.
Al contrario, concentra in sé il giusto equilibrio tra romanticismo, nostalgia e umorismo. Lo spettatore si destreggia tra la lacrima e il sorriso.
Ciò conferisce al film, un tono fresco e vero.

Fanny Ardant

Il meta-racconto è un percorso volto a mostrare quanto un amore, seppur forte, possa logorarsi nel corso nel tempo, come ogni cosa sia soggetta al mutare degli eventi e mostra allo stesso tempo la magia dietro alle narrazioni di finzione.
La Belle Epoque è la dimostrazione che  l’opera di finzione, come quella cinematografica, può essere fortemente catartica anche per chi lo interpreta, attraverso il potere empatico che il cinema possiede.
Utilizzando come mezzo il rapporto con il personaggio, è possibile elaborare anche le proprie emozioni e le questioni irrisolte.
Come in un gioco di specchi, le due coppie presenti nel film, hanno la possibilità di vedersi dall’esterno: la donna di mezza età che cerca nuove emozioni, lasciando il marito e il regista che non riesce a trovare le parole e i modi giusti per mostrare il proprio amore , che grazie a questo meccanismo, vengono quasi messi a nudo.
La quarta parete viene distrutta.

Il messaggio generale della Belle Epoque, sembra quasi quello di prendersi una rivincita contro chi fugge dalla realtà o chi dimentica l’esistenza di vita fuori dagli schermi.
Solo guardando in faccia la realtà, si comprende che la vita non è una linea retta da percorrere sempre allo stesso modo, come vorremmo e che anzi, la sua bellezza sta proprio nelle curve impreviste.
Si deve vivere, non stare nella propria zona di sicurezza, guardandosi indietro e mai davanti.
Infatti, Victor è l’unico cliente di Antoine che non sceglie di vivere la vita di un’altra persona (o personaggio storico), ma sceglie la propria.
Questa consapevolezza non vale solo per Victor stesso, ma dovranno farne i conti anche Antoine, Marianne e Margot, ognuno a proprio modo.

A immergere lo spettatore in questo clima di ricordo ed eleganza, sono la scenografia e costumi, che cattura l’occhio dello spettatore sin dalla prima inquadratura: un tripudio di eleganza, candele, abiti vittoriani e nobili.
Irrompono in questo universo, degli uomini armati di pistola che cercano oro. Inizia, da qui, la Bella Epoque.
Sullo sfondo di questi salti temporali generati dai ricordi ri-vissuti da Victor, vi sono performance attoriali degne di nota. La Belle Epoque infatti, riunisce alcuni dei grandi talenti del cinema francese, come: il divertente Daniel Auteuil e l’elegante Fanny Ardant (compagna e musa di Truffaut).

Nicolas Bedos con Fanny Ardant alla Festa del cinema di Roma 2019

Accanto a mostri sacri di tale calibro, spicca l’interpretazione di Doria Tillier, fresca ed energica.
Una donna bella, forte e dal carisma accentuato.
Il suo personaggio, il perno principale attorno al quale gli umori e le storie mutano.
È lei l’artefice dei cambiamenti di rotta delle trame nella messa in scena.
È il personaggio chiave, che tutto muove, nonostante i ruoli di protagonisti siano attribuiti a Auteuil e alla Ardant.
Ciò fa si che il personaggio di Margot sia molto difficile da affrontare e non sia, dunque, alla portata di chiunque.
La prova della Tillier è ben riuscita: impersonando la forza e la fragilità.

La Belle Epoque è per chi non si lascia fermare dalla semplice commedia romantica, chi non si lascia fermare dalle lacrime di commozione, ma per coloro che vogliono immergersi nella delicatezza del ricordo e nella magia della finzione.
Per chi si lascia cullare.
La Bella Epoque vi aspetta al cinema dal 7 Novembre.

A cura di Lagertha