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Ozark – stagione 3

Ozark

Avevamo lasciato Marty suo malgrado a capo di un casinò-avamposto per il riciclaggio di denaro sporco dei narcotrafficanti.

L’inizio è molto forte, mostrando senza indugi la violenza dietro la guerra tra narcos… guerra che toccherà ancor più dal vivo gli abitanti di Ozark. la pace per la famiglia Byrde è un lontano miraggio.

Senza mezzi termini, la serie raggiunge il suo picco qualitativo, scrollandosi definitivamente ogni riferimento con Breaking Bad.

Di cento, Wendy non ha proprio nulla a che vedere con Skyler, mostrandosi anzi più avida di potere e avezza a compromessi del marito; capace a differenza di questi a stabilire un rapporto col boss del cartello Navarro.

Ma è proprio nelle dinamiche personali che Ozark dà il meglio: l’amore e odio tra Wendy e Marty, che arrivano ad essere avversari e ad allontanarsi. Tutt’altro che d’aiuto sarà il fratello di Wendy, Ben.

Ben si presenta in modo eccezionale (vedere per credere), anticipando in modo molto leggero il concetto di ‘problematico’; fa piacere ritrovare Tom Pelphrey in un ruolo che gli dà il giusto spazio dopo i bassi di Iron Fist.

ozark

Aggiungiamo ai pensieri dei due anche la presenza sempre più forte di Helen, l’avvocato dei narcotrafficanti: di certo in Ozark i personaggi femminili importanti non mancano.

Nel continuo bilico tra riciclaggio di denaro sporco sotto il naso dell’ FBI, la guerra tra narcos che impervia e la facciata di famiglia perbene, Laura Linney e la sua Wendy brillano per emozione, caparbietà, lucidità (e la sua assenza).

Ozark resta una creatura imperfetta, ma molta strada è stata fatta dalla precedente stagione: il focus si è spostato nel rispetto di una evoluzione narrativa che, se da una parte ha tolto spazio ai figli dei Byrde, dall’altra mantiene forte la figura di Darlene anche dandole un ridotto minutaggio.

A voler trovare un difetto, se di difetto si può parlare, il climax finale non ci lascia scampo: una quarta stagione è imprescindibile!