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Ovunque proteggimi – La recensione

Che Bonifacio Angius fosse un regista da tenere d’occhio lo avevamo già visto in Perfidia.
Ma se qualcuno avesse ancora bisogno di qualche conferma in più può sicuramente trovarla nel suo ultimo film, attualmente nelle sale italiane, Ovunque proteggimi.

Un film che ancora una volta parla tanto e sa tanto ella sua terra, la Sardegna.
La storia è un road movie che mescola il dramma a qualche sporadica risata (anche se da ridere c’è ben poco).
Alessandro (Alessandro Gazale) è un musicista di musica folk sassarese sulla cinquantina.
Vive ancora con la madre e non riesce proprio a sbarcare il lunario.
Cerca di alleviare il dolore e la sua frustrazione con alcool e videopoker.
Una sera però esagera e subisce, dopo una lite con la madre, un ricovero coatto in ospedale.
Lì incontra Francesca (Francesca Niedda), giovane madre con problemi mentali alla quale è stata tolta la custodia del figlio.
Alessandro in Francesca vede subito l’occasione di quella vita che ha sempre sognato e mai avuto, e l’opportunità di utilizzare Alessandro per poter riabbracciare il figlio è troppo ghiotta per Francesca.
La loro fuga per riabbracciare il piccolo è inevitabile.

Nel suo terzo lungometraggio Angius rimette al centro delle sue storie la Sardegna, una terra incredibilmente affascinante ma non priva di contraddizioni, in piena continuità con i protagonisti della storia.
Alessandro e Francesca sono due borderline, due persone che non riescono a prendersi cura nemmeno di sè stessi, ma che però riescono a calamitare intorno a sè le vite delle persone che gli stanno intorno.
Lo spettatore stesso è da subito coinvolto nella loro fuga d’amore dagli esiti alquanto improbabili.
A tutto fa da sfondo una Sardegna d’Agosto che si presenta si soleggiata e ospitale, ma che a meglio guardarla sembra una terra arida e senza alcuna opportunità da offrire.

Un dramma che non cerca assolutamente la lacrima facile e che non vuole nemmeno svolgere il solito compitino accademico.
Un film ben riuscito nonostante due piccole e passabili forzature nella sceneggiatura che ha come suo punto di forza l’interpretazione dei due personaggi principali.
Stiamo parlando di Francesca, e soprattutto Alessandro, che con le sue espressioni, il suo modo di fare, la sua camicia ed il suo fisico così imponente ma così fragile allo stesso tempo, riesce letteralmente a caricarsi il film sulle spalle.

Se il buongiorno si vede dal mattino, di questo regista e questo caste sentiremo ancora parlare.
E bene.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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