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Nelle Pieghe del Tempo – La recensione in anteprima

“Figlia di due fisici di fama mondiale, Meg (Storm Reid) è un’adolescente con problemi di  autostima e che fatica ad integrarsi con i suoi coetanei, complice anche l’inaspettata scomparsa del padre, il signor Murry (Chris Pine), evento che ha lasciato a pezzi la famiglia.

Il giorno del quarto anniversario del tragico evento però, suo fratello Charles Wallace, piccolo bambino prodigio, riuscirà prima a creare un legame tra Meg e il suo compagno di classe Calvin (Levi Miller) e a convincere la scettica sorella a fidarsi di tre eccentriche guide: la signora Quale (Oprah Winfrey), la signora Cosè (Reese Witherspoon) e la signorina Chi (Mindy Kaling).

Tutti insieme partiranno per una formidabile impresa, oltre i confini dell’universo e dell’immaginazione, per cercare di salvare il Signor Murry tenuto prigioniero da un pericoloso nemico.

Per riuscirci, Meg sarà costretta a guardare a fondo dentro se stessa e ad accettare i suoi difetti per trovare la forza necessaria a sconfiggere l’oscurità che avvolge lei e i suoi amici.”

Nelle Pieghe del Tempo, nuova fatica in live action in uscita nelle sale il 29 Marzo e prodotta da Walt Disney Pictures, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro scritto nel 1963 da Madeleine L’Engle.

Preparatevi ed affrontate insieme a noi di JAM questo viaggio ai confini dell’universo. Abbiamo visto, nella splendida cornice romana di Piazza della Repubblica, il film in anteprima e questa è le nostra recensione.


BENVENUTI A CAMAZOTZ

Iniziamo con il parlare della storia.

La prima cosa che risalta è la fortissima sensazione di trovarsi di fronte ad una sorta di remake della Storia Infinita. C’è la protagonista bullizzata dai coetanei, il viaggio verso un mondo fantastico e sconosciuto ed un villain, Lui, che è la copia carbone del Nulla del film del 1984 di Wolfgang Petersen.

Ad accentuare ancora di più la sensazione di già visto nella prima mezzora viene data in pasto allo spettatore una scena molto simile al volo di Bastian su Falkor il Fortunadrago.

Fatta questa doverosa premessa c’è da dire che, per quanto abusata, la storia è fluida e riesce a coinvolgere maggiormente quella fascia di età che va dai 9 ai 14 anni. Vengono affrontate le tematiche tanto care a casa Disney con una particolare attenzione sul rapporto genitori/figli, la non accettazione di se ed il bullismo.

La regista Ava DuVernay, con una regia senza grandi acuti ma pulita e lineare, riesce a centrare il bersaglio ed a tramettere la giusta morale al target a cui è rivolto il film.        

LA RECITAZIONE E I PERSONAGGI 

C’è una parola che viene in mente pensando alla recitazione in questo film ed è PILOTA AUTOMATICO

Svolgono tutti, nessuno escluso, il loro compitino senza alcuno spunto memorabile. Risultano particolarmente deboli i personaggi delle tre magiche signore Quale, Cosè e Chi, che richiamano le fate madrine di Cenerentola,  interpretate rispettivamente da Oprah Winfrey, Reese Witherspoon e Mindy Kaling.

Caratterizzazione piatta e recitazione monocorde la fanno da padrone, ci prova solo la Witherspoon ad elevarsi dalla mediocrità ma la sua Cosè finisce per risultate troppo sopra le righe e abbastanza irritante.

I giovani attori, al contrario della controparte adulta, hanno il pregio di credere in quello che fanno. Storm Reid da una buona interpretazione e la sua Meg, soprattutto per un pubblico pre-adolescenziale femminile, risulta quantomeno interessante.

Levi Miller, l’amico Calvin, e Deric McCabe, il fratello adottivo Charles Wallace, sono le stelle neglette, ma fondamentali, che servono all’eroina per intraprendere e compiere il suo percorso.  I due attori si impegnano e soprattutto l’irritante Charles Wallace risulta alla fine il personaggio scritto meglio.

Chris Pine e Guru Mbatha Raw, rispettivamente Mr e Mrs Murry, sono personaggi talmente anonimi e banali che dopo pochi minuti quasi ci si dimentica di loro.

Piccola parte anche per Zach Galifianakis. Il suo medium Felice ha il solo pregio di mandare avanti la storia.    

MUSICHE ED EFFETTI SPECIALI

Nelle Pieghe del Tempo è ineccepibile sul piano tecnico e sonoro. Compositore delle meravigliose musiche originali è Ramin Djawadi (già nel Il Trono di Spade) che, alternandosi a brani più commerciali, riescono a dare al film Disney una nota nostalgica e trascendentale.

Nonostante il target del film sia per un pubblico piuttosto giovane, grazie anche a delle scelte fotografiche azzeccate sui diversi pianeti visitati (molto accese e vivaci nei mondi dove il pericolo non è imminente e fredde e cupe laddove l’oscurità è forte) e gli effetti visivi dinamici e realistici, anche gli adulti non potranno non essere trasportati in un mondo di fantasia, dimenticandosi della realtà per un paio di ore.

Altra nota di merito per i costumi principeschi delle tre guide magiche che sicuramente entreranno nelle fantasie di milioni di ragazzine. 

IN CONCLUSIONE

Alla fine dei 109 minuti cosa rimane della pellicola?

Una fluidità del film complessivamente buona ed un comparto tecnico e sonoro di ottimo livello, vengono messi in secondo piano da una costante sensazione di già visto e da una recitazione modesta e scialba. 

Rimane un buon film di formazione per una fascia di pubblico prettamente infantile e pre-adolescenziale. Per tutti gli altri rimane una pellicola di cui se ne può fare tranquillamente a meno.