Home Serie tv Narcos 3 stagione – senza el Patron è Plomo o Plomo

Narcos 3 stagione – senza el Patron è Plomo o Plomo

narcos 3

Pablo è morto (bastava Wikipedia, non vi arrabbiate). E ci chiedevamo come la serie sarebbe sopravvissuta senza el Patron.

In realtà, anche senza Murphy, co-protagonista nonchè voce narrante nelle prime stagioni. Beh, a dir la verità di lui vi dimenticherete dopo un quarto d’ora.

Con Pablo, la questione è differente: leviamoci il dente, i quattro del Cartello di Cali insieme non fanno la presenza (vuoi per la scrittura dei personaggi, vuoi per il lavoro mostruoso svolto da Wagner Moura) del re di Medellin. Questo non rende Narcos 3 di basso valore, sia chiaro: le indagini, la violenza, la lotta senza quartiere in mezzo al mare di corruzione sono presenti in abbondanza, riportando sul campo l’agente Pena contro le bestie che, a loro modo, furono alleati nella caccia a Escobar.

Ora le cose sono cambiate, apparentemente anche il gioco; ma come ben presto capirete insieme ai protagonisti stessi, non esistono uscite pulite di scena o pensioni in tranquillità quando di mestiere  produci cocaina.

Narcos 3

Certamente vi sono alcuni punti deboli nello sviluppo della storia, a partire dagli antagonisti, dove onestamente solo a Pacho viene offerta una caratterizzazione più approfondita (un criminale gay, che proprio nel crimine trova il suo riscatto e accettazione); oltre a una leggera mancanza di coraggio rispetto le prime stagioni. Diciamo che, senza fare spoiler, si salva in corner anche chi ti saresti aspettato morto ammazzato da almeno un paio di episodi.

come ben presto capirete insieme ai protagonisti stessi, non esistono uscite pulite di scena

Forse anche questo fa parte del cambio del registro narrativo, così come l’uso molto meno presente del tono documentaristico: volere mostrare il male anche in chi resta vivo, come se lo sporco di un ambiente simile ti porti a marcire anche dovresti gioire perchè tra i sopravvissuti della battaglia. Un marcire ancora più pesante tra le alte sfere di potere rispetto alle prime stagioni; la corruzione raggiunge infatti i piani più alti, mostrandoci efficacemente tramite i cinici interventi dell’agente speciale della CIA come la battaglia di Pena sia scientificamente persa in partenza, per cui tanto vale gioire delle piccole cose, come una X sulla foto di un fuggitivo beccato.

Una creatura necessariamente diversa, questa terza stagione di Narcos. Senza Escobar è un’altra cosa, ma comunque di elevata qualità.

Articolo precedenteSilence – di Martin Scorsese (2016)
Articolo successivoAmbiguità ed eroe: Hero di Zhang Yimou (2002)
Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.