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Il miracolo (1a Stagione)

Il Miracolo, questo è il titolo della nuova serie tv ideata da Niccolò Ammaniti, già famoso come autore del  romanzo Io non ho Paura.
La prima stagione, divisa in 8 puntate, è andata in onda su Sky Cinema nel mese di maggio.
Sono bastati i primi due episodi a dare la sensazione che Il Miracolo sarebbe diventata una delle serie evento del 2018 e gli episodi finali ne sono stati una conferma.
È un buon prodotto non soltanto per se stesso.
È giusto sottolineare come la sua buona fattura sia la conferma di come la produzione italiana stia andando verso la strada giusta.
Parliamo di produzioni come Gomorra, Suburra o Perfetti Sconosciuti, che hanno un posto alto nel panorama cine-seriale.

Il primo ministro Pietromarchi viene informato del ritrovamento di una madonnina che continua a versare sangue.
Vengono svolte tante indagini per cercare di cogliere l’origine del fenomeno ed il suo meccanismo.
Al contrario, i risultati di tali indagini, sembrano dimostrare la natura non scientifica del fenomeno: l’evento è inspiegabile e pare a tutti gli effetti, un fenomeno.
Il premier incarica il generale Giacomo Votta di tenere il tutto segreto.
Lo staff di scienziati che analizzano la statuetta infatti, è piuttosto ristretto e tra tutti spicca Sandra (Alba Rohrwacher).
Per la biologa il miracolo diventa una vera ossessione e cerca in ogni modo di capirne la natura.

Le vite dei protagonisti, sono completamente stravolte.
La storia si sviluppa in un arco temporale di 8 giorni, in cui i suoi personaggi vengono seguiti.
Tutto viene messo in moto dal ritrovamento della statua che lacrima litri di sangue senza fermarsi mai.
Più essa piange, più le vite dei protagonisti vanno in pezzi.
Gli eventi precipitano sempre più, e loro, rimasti soli e delusi, cercano certezze.
Le certezze sono ciò che deve giustificare ogni loro azione ed eventi stessi.  Vi sono 3 parabole all’interno ella storia: religiosa, politica ed esistenziale.

Guido Caprino è Fabrizio Pietromarchi

SCIENZA E FEDE

Per quanto riguarda la prima, c’è tutto.
Vi sono citazioni bibliche, la parabola sul sacrificio di Isacco, il possibile avvento di Cristo e lo scontro tra fede e scienza, incarnato dalla figura della scienziata Sandra (Alba Rohrwacher).
Il sangue della Madonna di chi sarà?
Ha particolari poteri?
Ha una provenienza?
C’è una spiegazione a tutto questo?
Questo sangue può unire o dividere ancora di più Chiesa e Scienza?
Sandra si è da sempre dedicata alla cura della madre in stato vegetativo.
Vede nel sangue del miracolo, una cura per la madre.
Tale cura invece, si rivela tale proprio per lei. il suo miracolo, è andare avanti cancellando il suo ieri e le sue ossessioni.

POLITICA

La linea politica è ben visibile.
Essa ha come protagonista il premier Fabrizio Pietromarchi (Guido Caprino) che vive una profonda crisi.
Assieme a lui, tale crisi è vissuta anche dall’Italia, chiamata a decidere per l’uscita dall’Europa o no.
La situazione è movimentata ed incerta e letteralmente, solo un miracolo potrebbe deciderne le sorti.
Esso si presenta a Fabrizio in modo totalmente opposto rispetto a ciò che per sua natura il miracolo è.
Sotto la forma di diversi eventi, anche tragici, il premier affronta se stesso e il popolo italiano affronta lui a sua volta.
Gli esiti saranno inaspettati.
Fabrizio fa di tutto per creare intorno a se un universo nel quale tutto è perfetto, non ci sono problemi e non ci sono crisi coniugali.
Tutto deve andare nel modo stabilito per mantenere la così detta facciata.

Al contrario, i problemi esistono.
Per questo motivo, il miracolo per Fabrizio è più tragico.
Gli fa capire che ci sono cose che non può controllare: problemi matrimoniali, eventi inspiegabili e anche altro.
Indipendentemente dall’esito del referendum, Ammaniti ha indagato in questo arco, i movimenti delle masse.
Cosa ci spinge ad agire in quanto elettori?
Cosa ci spinge a cambiare idea?
Quando finiamo di vedere il politico come tale e lo osserviamo poi dalla prospettiva di uomo?

DUBBI ESISTENZIALI

La prospettiva esistenziale,  è incarnata da Padre Marcello.
All’inizio della serie, sembra essere solo una rappresentazione stereotipata del clero: fatto da uomini dipendenti dal sesso, gioco d’azzardo e droghe.
Vive una fortissima crisi interiore, un vero e proprio inferno personale, rappresentato anche dalla sua malattia.
La visione della Madonna, sembra quasi peggiorare la sua già precaria situazione. Tuttavia, nel momento più tragico, riemerge e quasi fresco di redenzione, accompagna gli altri personaggi- o meglio ci prova- in un percorso rigenerativo.

Un percorso che non contempla il Paradiso, ma che va comunque affrontato.
Egli è forse la figura meglio riuscita di tutti, perché tanto universale.
A chiunque in realtà, può accadere di cedere alla tentazione, il fatto che sia un prete, rende tutto più drammatico.
Frate Marcello è prima di tutto un uomo smarrito, alla ricerca di un segno, per poter tornare a credere.
Il miracolo per lui, è proprio tornare ad avere uno scopo.

Alba rohrwacher è Sandra Roversi

In tutto questo gioco di dubbi, di certezza ne abbiamo una inconfutabile: non ci saranno mai tutte le risposte che vorremmo.
Sarebbe forse corretto dire, che il miracolo, viene letteralmente messo in secondo piano. Le lacrime della Madonna sono probabilmente un pretesto usato da Ammaniti per mettere in moto tutte le crisi esistenziali dei personaggi e le rispettive riflessioni.
Sicuramente dal punto di vista narrativo e soprattutto visivo, una Madonna che lacrima sangue è un’immagine fortissima.
Il suono distinto e chiaro del sangue che cade, goccia dopo goccia, rimane nelle orecchie e non va via.
La Madonnina inoltre viene tenuta in una piscina abbandonata ed opprimente.
Tutto ciò che la circonda ha indubbiamente un grande impatto.

Tuttavia, essa è un solo mezzo e proprio per questo, le sue lacrime non hanno bisogno di spiegazioni.
D’altronde, la responsabilità di spiegare un miracolo del genere, è molto grande. Molti hanno definito Il Miracolo, un Leftlovers all’italiana, proprio per l’assenza di alcune risposte a domande ritenute centrale, ma che in realtà non lo sono.
Il senso di queste scelte, c’è e funziona.
A volte non serve possedere tutte le risposte, serve solo avere quella giusta.
Il finale della serie è aperto, aggiungiamo volutamente.
Il motivo è piuttosto evidente.
Alcune domande rimangono aperte, ma non devono avere necessariamente una risposta. ciò che bisogna sapere non è perché il miracolo è avvenuto, ma a cosa ha portato? come si sono rialzati o sono caduti i protagonisti?.
Ammaniti ci da solo le risposte necessarie.
Il resto è contorno.

Poste queste premesse è chiaro che la serie ha rischiato molto.
Il rischio più grande è quello di affezionarsi ai personaggi ed aspettarsi un certo tipo di finale che viene disilluso.
Tuttavia va giudicata tenendo conto proprio dello scopo di Ammanti: indagare le scelte, indagare come agiamo e come agiremmo davanti a qualcosa di incredibile.

Dunque per questo è coraggiosa ed interessante e l’approccio da usare è diverso dalle altre serie tv.
Invita a riflettere e dare un senso a quelle domande che ci pesano, alle esperienze che abbiamo fatto e che faremo.
Per gli adulti invita cercare risposte, per i più giovani, l’invito è quello di iniziare a domandarsi.

Articolo a cura di Lagherta