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Mayhem- Recensione dell’action horror di Joe Lynch

Mayhem

Diretto da Joe Lynch, Mayhem è un film horror d’azione del 2017, con protagonisti Steven Yeun e Samara Weaving.

Joe Lynch con Mayhem mescola l’action all’horror e alla commedia pura. Il velo di ironia è sottile ma diverte lo spettatore, che tra scene gore e combattimenti, inevitabilmente è costretto a farsi una gran bella risata.

Mayhem

Derek Cho è un avvocato che lavora per l’azienda Towers and Smythe Consulting. Se prima era entusiasta di lavorare in quel luogo, successivamente cambierà idea. Il desiderio di salire sempre più in alto, infatti, ha portato Derek a imbrogliare e tradire. Una mattina Derek scopre di essere stato incastrato dalla sua superiore, Cara. Facendo un confronto con il capo, Cara ha la meglio e Derek viene licenziato.

Il giovane viene scortato giù e spinto a portare via le sue cose, tradito e amareggiato. Quando Derek scende di sotto, scopre che l’edificio è stato messo in quarantena. Difatti, un virus chiamato ID-7 (o virus dell’occhio rosso) è stato rilevato nel sistema di ventilazione dell’edificio. Il virus, che si sta diffondendo in tutto il mondo, sarà annullato dopo otto ore.

Il virus è in grado di annullare inibizione e integrità morale, portando le persone a perdere ogni controllo. Derek si ritroverà bloccato nell’edificio col virus in circolo nel corpo, che lo porterà a scatenare la propria ira sui suoi traditori.

Mayhem

La bellissima Samara Weaving, già vista recentemente in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri e nel ruolo di protagonista-antagonista dell’horror comedy distribuito da Netflix La Babysitter, qui in Mayhem si ritrova a combattere per la vita, invece che combattere per toglierla.

Dall’altro lato, al fianco della Weaving troviamo il protagonista assoluto di Mayhem, il sudcoreano Steven Yeun, conosciuto per il ruolo di Glenn Rhee in The Walking Dead. I due attori se la giocano alla grande, reggendo il film di Lynch con grande dignità.  Mayhem è un prodotto cinematografico divertente, piacevole e ben costruito. La trama di fondo è ben strutturata e i personaggi sono ben costruiti, seppur inseriti in vicende celeri.

La noia non è qualcosa che si può accostare a Mayhem, che, come dice il titolo, rispecchia totalmente il Caos. 

Mayhem

Joe Lynch ricrea una sorta di The Belko Experiment, più mirata al dilettevole che alla tensione. L’azione prende il sopravvento e non lascia allo spettatore un attimo di tregua.

Se nel primo, la serietà prende il sopravvento assieme al sadismo umano, in Mayhem viene sottolineato come l’uomo possa racchiudere in sé emozioni forti, contrastanti e violenti, soffocati e repressi da sorrisi pazienti dal controllo delle nostre vie neurali.

Una piccola crepa può scatenare l’inevitabile rottura, ed è buffo come in Mayhem il soggetto scatenato, invece che esser dispiaciuto della violenza dimostrata, ne sia completamente soddisfatto, sopraffatto dal delirio e dal godimento scatenato dall’adrenalina, dalla liberazione: dalla vendetta.

 

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Poiché il cinema non è solo un'esperienza linguistica, ma, proprio in quanto ricerca linguistica, è un'esperienza filosofica. -Pier Paolo Pasolini.