Home Rubriche Outsider L’uomo fedele – Il triangolo Garrel/Casta/Depp

L’uomo fedele – Il triangolo Garrel/Casta/Depp

“Non sono film d’azione, non sono film in cui ha luogo un’azione fisica, non sono film in cui accade qualcosa di molto drammatico. Sono film in cui un sentimento particolare viene analizzato e in cui i protagonisti stessi analizzano i loro sentimenti e sono molto introspettivi”

Sono queste le parole che il regista francese Éric Rohmer usa per descrivere il ciclo dei Six contes moraux, da lui diretti tra il 1961 e il 1972. Ebbene c’è molto del femminile rohmeriano in questo L’uomo fedele (L’Homme fidèle), opera seconda di Louis Garrel. Diciamo che per il bel Louis, la lezione dei maestri della Nouvelle Vague francese è ben chiara. Lo è da sempre.

Lui figlio d’arte, erede di Philippe Garrel, regista che da sempre racconta sentimenti e non azioni, storie d’amore, coppie, infedeltà, tradimenti. A differenza del padre però Louis smussa l’elemento drammatico e definisce una sua propria identità cinematografica, più burlesca, beffarda ma (almeno da queste prime uscite) egualmente incisive.

L’uomo fedele risulta così una commedia lieve ed asciutta, un triangolo amoroso in stile “Jules e Jim” 2.0.

Un po’ avant-garde da camera che si defila elegantemente dalle tentazioni da noir grottesco instillate dalla sceneggiatura del gigante del cinema francese Jean-Claude Carrière (Bella di giorno, Il fascino discreto della borghesia). Piuttosto Garrel sembra interessato a raccontare le emozioni di un triangolo amoroso.

Un gioco a tre in cui chi ci va di mezzo è quel fessacchiotto di Abel. Un uomo-bambino che non sa scegliere un piatto al ristorante, figuriamoci sedurre, amare e tenersi stretto due donne come Marianne (Laetitia Casta) e Ève (Lily-Rose Depp).

Un triangolo dalle dinamiche a tratti surreali in cui la mina vagante è rappresentata dal piccolo Joseph (Joseph Engel), figlio di Marianne. Il piccolo che sembra essere il deus ex machina degli eventi e invece lascia semplicemente che gli stessi accadano. Una piccola pièce teatrale arguta che fa tesoro del passato cinematografico francese guardandolo in prospettive fresche ed attuali.