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(Not so) Lovely Molly – (2012)

Tra il marasma di film su possessioni demoniache varie e mockumentary che testimoniano da vicino le azioni dei poveri indemoniati, questo “Lovely Molly” del regista Eduardo Sanchez (già coautore di “The Blair Witch Project” insieme a ) si discosta un po’, pur prendendo più di una volta spunto da questo sottogenere horror.


Protagonista è la giovane sposa Molly (Gretchen Lodge) che dopo il matrimonio va a vivere nella vecchia casa di famiglia con suo marito Tim ( un impalpabile Johnny Lewis). Quella che doveva essere l’inizio di una lunga storia d’amore per i due giovani sposini, è invece una lenta ed inesorabile via Crucis verso la distruzione per la coppia.
Motivo di ciò è il raffiorare di tutti gli scheletri nell’armadio che la ragazza ed il suo passato portano con sè.
Scheletri che getteranno la coppia in un abisso di autodistruzione senza fine.


Riprendendo il tema della possessione demoniaca come spunto, il regista Sanchez stavolta mescola un po’ le carte in tavola. Ci fa dubitare del fatto che la povera Molly sia realmente posseduta grazie al suo passato da tossicodipendente e per il rapporto con il padre non tra i migliori.
Perfetta anche se scontata è l’ambientazione.
La classica casa sperduta nella provincia americana.
Quella provincia dimenticata da Dio dove succedono quelle strane cose tipiche degli horror made in USA.

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La bravissima Gretchen Lodge

La povera Molly sin da subito comincia ad avvertire nell’appartamento degli strani rumori.
E c’è anche una strana presenza, tornata a tormentarla dopo anni di presunti abusi. La sua ex tossicodipendenza confonde lo spettatore sul cosa sia reale e non. Il film in alcuni momenti riprende lo stile del POV (come il già citato The Blair With Project di cui Sanchez è stato coautore).
Non mancano anche le scene splatter.
Nonostante ciò la pellicola non calza per nulla sull’acceleratore nel mostrato.
Plauso particolare a Gretchen Lodge.
L’attrice mette anima e soprattutto corpo nell’interpretare le sofferenze, le paure e lo stato di delirio della povera Molly.

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Quando si dice “metterci anima e corpo”.

Non lascia nulla invece la figura di suo marito Tim, così come gli altri personaggi secondari.
L’atmosfera risulta comunque abbastanza inquietante ed alcune strane presenze alzeranno l’asticella della tensione non poco. Il finale è coerente col resto della pellicola e sicuramente risulta un’altra delle scelte azzeccate del regista.
L’unica pecca rimane quella del ritmo del film.
Non si pigia mai seriamente sull’ acceleratore e specie nella prima parte la pellicola rimane troppo lenta.

Una casa “maledetta”, il fantasma di una persona molto negativa per la protagonista, un marito insulso che riserverà anche una sorpresa all’interno della storia, l’ombra della tossicodipendenza.
Queste cose fanno di “Lovely Molly” un prodotto diverso rispetto ai soliti film sulle possessioni demoniache.
Nonostante la pellicola non entrerà di certo nella Hall of Fame del genere horror, vi consigliamo la sua visione.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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