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L’Impostore: l’artista della truffa

“Give me a bite of your bread
He didn’t look like a robber,
He didn’t look like a thief
His voice was as soft as the moonlight,
A face full of sorrow and grief.

He had a long chain on”

Sembra una lunga catena di dolore quella di cui parla Jimmy Driftwood nella canzone He Had a Long Chain On, un pezzo di storia statunitense che chiude il sorprendente film di esordio del regista britannico Bart Layton.

Un docufilm per alcuni versi umanamente raccapricciante. Una storia che forse neanche il miglior sceneggiatore al mondo sarebbe riuscito a scrivere. Perché i fatti raccontati in questi 99 minuti di ricostruzione fiction misti con verité footage e classici talking head shooting, ricostruiscono una vicenda difficile da credere possibile.

Tutto ha inizio con una telefonata alla polizia spagnola. Due turisti hanno trovato in una cabina telefonica un ragazzo spaesato. Avrà avuto 13 o 14 anni dice di chiamarsi Nicholas Barclay. Non ci vuole molto ad associare il ragazzo ad un “cold case” che viene da San Antonio in Texas, dove anni prima un ragazzino era sparito nel nulla. La famiglia è al settimo cielo e decide di riportarlo a casa a tutti i costi. Certo, ci sono alcune cose che non tornano. Nicholas aveva gli occhi azzurri. Ma non sarà questo dettaglio a fermare la gioia di una famiglia distrutta. La notizia diventa virale, siamo negli anni ’90 e la gente guarda ancora i notiziari. Nicholas ritorna anche a scuola e inizia ad integrarsi. Ma c’è qualcosa che non convince. Ad indagare sul caso anche un investigatore privato che mette in dubbio l’identità del ragazzo. Ma se così fosse perchè tutti, dalla madre alla sorella hanno giurato che quel ragazzo fosse il loro Nicholas?

Migliore esordio ai Bafta 2013 e altri premi, ‘L’impostore’ frulla archivio, interviste e ricostruzione fiction e ricostruisce con una incredibile tensione narrativa una storia che ha dell’incredibile.

E se gli eventi in sé, sono di certo il punto di forza di questo avvincente docufilm, il lavoro di Bart Layton non è da meno nel conferire dinamicità e una forte connotazione thrilling nella scansione narrativa dei fatti. Con abilità da veterano il regista riesce a districarsi nel complesso labirinto di una storia impossibile da conoscere nella sua interezza. Un’ intricata e avvincente vicenda fatta di bugie perfettamente in equilibrio tra storia e finzione.

In Italia è stato distribuito nelle sale cinematografiche da Feltrinelli Real Cinema.