Home Rubriche L’amica Geniale: Storia del nuovo cognome

L’amica Geniale: Storia del nuovo cognome

Due sono le stagioni realizzate.
Due erano le ragioni iniziali all’epoca di sviluppo della prima serie per seguire L’amica geniale.

Uno, scoprire come la Rai (insieme alle case di produzione Wildside, Fandango e al servizio di distribuzione Tim Vision) sarebbe riuscita ad adattare l’opera letteraria di Elena Ferrante, che comprende quattro romanzi ed è tutt’ora considerata un best seller internazionale.
Due, avere come coproduttore d’oltreoceano HBO, l’azienda statunitense e casa dei Soprano e di Game of Thrones, solo per citarne alcuni.
La curiosità era alle stelle ed è stata ampiamente ripagata.

Ora si è appena conclusa la seconda stagione ed i risultati in termini di ascolti e di critica sono stati molto positivi, merito in primis della bravura delle protagoniste Gaia Girace (Lila) e Margherita Mazzucco (Lenù).
La storia prosegue là dove si era fermata, Lila si è appena sposata con il piccolo imprenditore di rione Stefano Carracci, Lenù sta per concludere il percorso scolastico al liceo.
Queste otto puntate coprono l’intero volume Storia del nuovo cognome della Ferrante e si concentrano soprattutto sulla nuova vita di Lila come moglie, un ruolo che non ha mai voluto ma che per la piega degli eventi nel quartiere ha dovuto interpretare.

Se lei mostrerà sempre insofferenza verso la sua condizione, Lenù porterà avanti la sua crescita educativa e culturale grazie allo studio, pur restando spettatrice e consigliera delle vicissitudini dell’amica.
Nonostante alcune situazioni che metteranno a dura prova il loro legame, la vita di una non può prescindere dalla presenza dell’altra, e anche se sono vittime consapevoli del destino e di una società profondamente maschilista ognuna cercherà la propria emancipazione contando sulla loro amicizia.

Oltre alle due protagoniste sono da menzionare le due figure maschili della stagione. Stefano Carracci, interpretato magistralmente da Giovanni Amura che si cala perfettamente nel ruolo del marito violento e possessivo (a lui le scene più disturbanti). Nino Sarratore, il ragazzo frequentante la stessa scuola di Lenù e suo principale interesse amoroso, che sarà decisivo per gli sviluppi sentimentali sia della stessa Lenù che di Lila.

Presenti anche tutti gli altri comprimari che hanno reso L’amica geniale un racconto di formazione corale, ognuno ben caratterizzato anche se con poco minutaggio e parte del quadro creato dalla Ferrante.
Questa è la vera forza della storia, merito senz’altro anche dell’HBO, che con la moltitudine e complessità dei personaggi e con la precisione di ricostruzione delle epoche di riferimento ha fatto fortuna.
Inoltre la produzione ha girato non solo nel rione ma al centro di Napoli, ad Ischia e perfino a Pisa, segno di una volontà di rispecchiare il più possibile i luoghi del romanzo.

La regia attenta di Saverio Costanzo, quest’anno arricchita dalla presenza di Alice Rohrwacher (suoi due degli episodi più belli e cruciali che ci portano nella stupenda isola di Ischia) e una sceneggiatura che permette di indagare a fondo gli animi e i pensieri completano i pregi della stagione.

L’amica geniale si conferma una delle poche serie di punta del mercato italiano capace di evadere i confini nazionali e di trasmettere a chiunque quel senso di non appartenenza ad una vita che non si è chiesto ma anche quel sentimento che, al contrario, rende ognuno di noi appartenente a qualcuno, quel qualcuno che può essere l’inizio di un cambiamento tanto auspicato.

Articolo a cura di Alessandro Scarponi