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La Révolution – Gli zombies alla presa della Bastiglia

E se la Rivoluzione Francese non fosse avvenuta così come c’è stato raccontato per secoli?

Parte da questo presupposto La Révolution serie Netflix ambientata Francia, sul finire del XVIII secolo. Incuriosisce sin dalle prime scene questa anomalia europea che seguendo una traccia narrativa storica e personaggi realmente esistiti, si spinge sullo scivoloso terreno del mystery-horror. La storia segue le indagini di Joseph Guillotin, il medico e politico francese che inventò la ghigliottina, circa alcune sospette morti.

Lo scienziato scopre una terribile malattia provocata da un virus sconosciuto detto Sangue Blu, di nome e di fatto. Il nemico invisibile infatti, colpisce gli aristocratici, spingendoli ad uccidere la gente comune.

Nel corso degli otto episodi di questa prima stagione, sono molti i personaggi che entrano in ballo e con loro altrettanti intrecci narrativi. Ci sono i de Montargis, un’importante famiglia aristocratica dell’epoca. C’è la storia d’amore della bella Èlise (una magnetica Marilou Aussilloux), C’è il racconto di un gruppo di ribelli chiamato La Fratellanza.

C’è un inquietante omone nero interpretato dal rapper Doudou Masta, che i più attenti ricorderanno nell’horror francese The Horde (La Horde). La piccola Madeleine (Amélia Lacquemant), muta e tormentata da visioni inquietanti le predicono un macabro futuro. Da lei e con le sue parole inizia la storia:

“Probabilmente penserai che ciò che sto per raccontarti è falso. Che è l’incubo di una bambina persa in un mondo caotico. Penserai che non c’è stata nessuna malattia. E che i morti non tornano in vita. Mi chiamo Madeleine de Montargis e questo è il mio testamento. Ti racconterò ciò che ho visto. E come l’era dell’oscurità divenne quella dell’illuminismo.”

Il creatore Aurélien Molas mette tanta carne sul fuoco in questo ambizioso progetto. Si diletta con un’estetica pop molto raffinata, che ammicca alla Sofia Coppola di Marie Antoinette, anche solo per l’uso massiccio della colonna sonora. Poi ovviamente c’è la parte The Walking Dead, molto patinata. Nel complesso la serie s’inserisce nel filone PPZ – Pride + Prejudice + Zombies e Abraham Lincoln: Vampire Hunter.

Ma la vera ragion d’essere de La Révolution è l’idea di un morbo che trasforma l’avida e meschina aristocrazia in un incrocio di zombie e vampiri, che bramano più di ogni altra cosa di divorare il popolo, con tutto ciò che questo comporta metaforicamente.

Questa ambizione autoriale e gli eccessivi spunti narrativi, sono la causa di alcuni momenti altalenanti e noiosi stalli. Il cliffhanger finale lascia lo spettatore in attesa della nuova stagione.